Food
Giornata della sicurezza alimentare, serve sviluppo e conoscenza
Di Giuliana Mastri
Un mondo con maggiori possibilità alimentari passa anche dalla sicurezza del cibo. Le Nazioni Unite lo vogliono sottolineare chiaramente e, oltre ad averlo compreso nei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nel 2019 hanno istituito la giornata mondiale della sicurezza alimentare, fissata il 7 di giugno.
Il problema
Forse alle nostre latitudini ignoriamo quanto sia importante mangiare in sicurezza, cosa che non è scontata nella parte meno sviluppata del mondo. Ogni anno una persona su dieci si ammala per aver ingerito del cibo contaminato da batteri, virus, parassiti o sostanze chimiche. Nel 2022, 420.000 persone, tra cui 125.000 bambini al di sotto dei cinque anni, muoiono a causa di queste malattie. L’Oms stima che gli alimenti contaminati siano responsabili di oltre 200 malattie, dalla diarrea al cancro.
Le istituzioni
L’agenzia internazionale deputata a un migliore sviluppo dell’agricoltura e del nutrimento è la FAO, che assieme all’Oms porta avanti dal 1963 il Codex Alimentarius (Codice alimentare), a cui lavora una specifica Commissione. Il Codex Alimentarius è un insieme di norme, linee guida e codici di condotta adottati dalla Commissione del Codex Alimentarius (CAC) per definire norme alimentari armonizzate, proteggere la salute dei consumatori di tutto il mondo e garantire pratiche eque nel commercio alimentare internazionale.
Le contraddizioni
Il punto però è che l’obiettivo della sicurezza alimentare deve necessariamente confrontarsi con delle contraddizioni insite nel modello di sviluppo globale. Intendiamo dire che le nazioni più avanzate sono restie a esportare verso i Paesi arretrati il loro cibo pregiato, relegando spesso alle zone bisognose di aiuti umanitari i prodotti meno freschi. Vero anche che le aziende occidentali traggono occasione per andare a produrre nelle zone dove i costi sono molto minori e lo fanno mantenendo qualità e know-how, tuttavia così negano a chi ha necessità di sviluppo la sua sovranità alimentare, utile a raggiungere quei livelli e standard produttivi che sono funzionali alla sicurezza alimentare.
Quello che è chiaro, ad ogni modo, è che la sicurezza alimentare non aumenta se non sale la quantità di cibo prodotto e il rendimento agricolo, ma in modo omogeneo nel mondo. Qui veniamo alla contraddizione principale, ovvero il rischio di sovrapproduzione, che incrementa la possibilità di incontrare cibo non sano. Una Terra da otto miliardi di persone produce cibo per 12 miliardi, ci diciamo. Eppure la soluzione non può essere la riduzione della popolazione, che tra l’altro secondo le stime dal 2050 inizierà a diminuire, ma assicurare scorte sufficienti e un migliore accesso agli alimenti. Oltre al miglioramento della logistica e dei trasporti.