Esteri
Nato, tutti i pronostici danno la premier della Danimarca alla nuova guida
Di Giampiero Cinelli
L’incontro della premier della Danimarca Mette Frederiksen con Joe Biden, ieri nella Stanza Ovale, era programmato per 45 minuti. I due, invece, hanno avuto una conversazione di due ore. Frederiken ha anche incontrato separatamente il direttore della Cia William Burns. Pochi altri dettagli della visita a Washinghton della donna, ma forse abbastanza per dare credito alle indiscrezioni che la suggeriscono come prossimo Segretario generale della Nato, al posto di Jens Stoltenberg che conclude il mandato a fine settembre. Eppure lei ha negato pubblicamente davanti ai giornalisti presenti alla Casa Bianca: «Non sono candidata per qualsiasi altro lavoro che non sia quello che ho adesso e la mia posizione non è cambiata dopo l’incontro con il Presidente degli Stati Uniti», le sue parole.
Si dice che spesso una smentita confermi la notizia. I principali media convergono sul suo nome, i giochi sembrano fatti, anche perché ci sarebbe il benestare di Emmanuel Macron. L’Italia non è in corsa. La scelta di una donna non dovrebbe essere casuale, in ragione degli obiettivi di inclusività, fermo restando che ieri Biden ha sottolineato la necessità che anche la Danimarca faccia tutto il possibile nel sostegno all’Ucraina.
Mette Frederiksen, del partito socialdemocratico, ha 45 anni ed è la premier più giovane della storia del suo Paese. Il suo impegno politico inizia parecchi anni fa nel 2001, in carriera ha ricoperto il ruolo di ministro del lavoro e poi ministro della giustizia nell’esecutivo guidato da Helle Thorning-Schmidt, cui nel 2015 ha succeduto nel ruolo di leader dei socialdemocratici. Lo scorso anno è stata riconfermata primo ministro alle elezioni anticipate e ora governa con i liberali.
La posizione filo-ucraina di Frederiksen comunque non è in discussione. Proprio lei ha incontrato Zelensky a Mykolaiv, a pochi chilometri dalla linea del fronte dove, assieme al Presidente ucraino, è andata a trovare i feriti dell’esercito di Kiev. I principali rivali sulla sua strada sono considerati il connazionale Anders Fogh Rasmussen, Segretario generale dal 2009 al 2014, e la premier estone Kaja Kallas, che ha molti assi nella manica. Primo fra tutti il fatto di essere a capo di una nazione fortemente orientata all’ostilità verso Mosca e desiderosa di protezione. Ciò, in realtà, potrebbe anche essere visto come un fattore di squilibrio. Ad ogni modo Tallinn vuole fortemente la sua prima volta alla guida dell’Alleanza. A fronte di una Danimarca che invece spende solo l’1,38% del Pil in difesa, rispetto al 2% di target fissato dalla Nato. Questo sicuramente è stato uno dei messaggi fatti passare da Biden nel meeting di lunedì.