Politica

Stati Generali della Natalità 2023: l’incontro con il Presidente Gigi De Palo e gli interventi del Papa e della politica

12
Maggio 2023
Di Simone Zivillica

Un milione e mezzo di abitanti in meno in 10 anni. 339 mila nascite e 700 mila morti nel 2022. Questi i numeri di una crisi demografica che colpisce da tempo l’Italia e il mondo occidentale in genere, ma che nell’anno appena passato ha fatto registrare un nuovo record negativo: meno di 400 mila sono state, infatti le nuove nascite nel nostro paese. Di questo passo, calcola nel suo approfondimento il professor Gian Carlo Blangiardo, già Presidente Istat, se non si invertirà la curva, l’Italia conterà 11 milioni di abitanti in meno nei prossimi anni. Per scongiurare questa deriva, Gigi De Palo, Presidente della Fondazione della Natalità lancia la sfida ai governi dei prossimi dieci anni: riportare le nascite a 500 mila all’anno. «Da noi meno nascite significano solo invecchiamento della popolazione e non riduzione del sovrappopolamento. Significa squilibrio generazionale e impoverimento delle risorse innovative. In una frase: meno siamo, più invecchiamo e ci impoveriamo» – ammonisce De Palo.

La conclusione dell’intervento della Premier Giorgia Meloni e l’intervista al presidente Gigi De Palo

«Il tema della natalità è centrale per tutti, soprattutto per il futuro dell’Italia e dell’Europa. La nascita dei figli è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c’è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell’avvenire». Così Papa Francesco durante il suo intervento nella mattina che ha aperto la seconda e ultima giornata dei lavori degli Stati Generali della Natalità 2023. Un intervento in cui il Santo Padre si è sentito di doversi scusare per non poter parlare in piedi a causa del dolore alla schiena. Un momento di umanità, prontamente colto dalla premier Giorgia Meloni, seduta accanto, che con un tocco del braccio ha rassicurato Papa Francesco che non c’era alcun problema.

Proprio la premier interviene immediatamente dopo il Papa per ricordare che «viviamo in un’epoca nella quale parlare di natalità, maternità, famiglia è sempre più difficile, sembra un atto rivoluzionario. Lo abbiamo fatto perché vogliamo che l’Italia torni ad avere un futuro, a sperare e a credere in un futuro migliore rispetto a questo presente incerto». Chiude così, quindi, il suo discorso Giorgia Meloni, non risparmiando tra le sue parole anche i temi che più risultano divisivi, tanto in Parlamento quanto nel Paese. Netta, infatti, nel ribadire la distanza dall’accettazione della genitorialità da coppie dello stesso sesso, così come quella dalla maternità surrogata – o gestazione per altri. 

Sugli impegni del suo gabinetto sul tema della natalità, Meloni ha rassicurato l’organizzatore De Palo, così come il Santo Padre, sulle intenzioni del Governo: «l’aumento dell’assegno unico, il rafforzamento del congedo parentale, il rinnovo degli interventi di agevolazione nei confronti delle giovani coppie per l’acquisto della prima casa; il diritto, per esempio, per chiunque abbia un mutuo a tasso variabile di convertirlo in mutuo a tasso fisso e poi le norme recenti del 1° maggio in tema di lavoro, con l’assegno di inclusione per le famiglie con redditi medio-bassi che abbiano minori o anziani o disabili a carico; la previsione di rendere strutturale l’erogazione volontaria del datore di lavoro a favore del lavoratore che è completamente detassata, il cosiddetto fringe benefit, che vogliamo mantenere a tremila euro, dando però la priorità a chi ha figli a carico. Fino all’inserimento nei principi della Legge delega fiscale della composizione del nucleo familiare e dei costi sostenuti per la crescita dei figli, fino alla revisione del sistema degli incentivi alle imprese, e molto altro ancora».

Sia nella giornata conclusiva che in quella iniziale, tema centrale è stato anche il ruolo della donna nella società e nel mondo del lavoro. In una società ancora fortemente patriarcale, ricordava infatti il Segretario dem Elly Schelin, «c’è un problema di nesso tra crisi della natalità e precarietà che colpisce soprattutto giovani donne e maggiormente al Sud del Paese. Noi per questo contrastiamo l’idea di aumentare il ricorso dei contratti a termine e la precarietà del lavoro». Altro tema trasversale che ha trovato l’accordo dei politici intervenuti, come le onorevoli Elena Bonetti e Mara Carfagna, è stato il caro affitti e il caro vita, così come l’inflazione, tutti elementi che non permettono una serena pianificazione familiare. Sempre Schlein sul tema case insiste proponendo che si facciano «politiche abitative per le giovani coppie con contributi per acquisto e ristrutturazione di case, ma anche reintrodurre il fondo per l’affitto e lavorare sugli strumenti di garanzia per potersi accendere un mutuo perchè se hai un contratto a termine è difficile».

Testo, video, foto e illustrazione di copertina a cura di Simone Zivillica

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