Cultura
Intervista a Riccardo Nencini: “Rilanciare il mecenatismo di Stato”
Di Redazione
Prima di tutto auguri e congratulazioni per la Sua elezione a Presidente di Commissione. Possiamo partire da quelle che saranno le priorità della sua presidenza?
La Commissione avrà un suo programma di lavoro: biblioteca dell'identità italiana, sostegno a giovani artisti, utilizzo della legge 717/1949 per abbellire le comunità, censimento dei cammini e dei beni storico-artistici, attenzione al recupero dei beni trafugati ed esposti in musei stranieri. Altro obiettivo: recuperare alla discussione parlamentare disegni di legge coralmente condivisi eppure fermi da tempo. Infine, vigilare perché gli impegni assunti dal governo nelle varie discipline afferenti la Commissione vengano rispettati.
Recovery Fund: finalmente la scuola è ripartita da alcune settimane. Permangono però criticità nel rispetto dei protocolli di sicurezza, tanto che diversi istituti hanno scelto la strada della presenza alternata in classe. Pensa che le risorse del Recovery Fund digitalizzeranno le scuole italiane?
La digitalizzazione è stata inserita tra le priorità assieme al superamento delle classi 'pollaio', alla costruzione di nuove scuole per l'infanzia e alle politiche per il sostegno. Priorità condivise dall'intera Commissione. Del resto, a investimenti tecnologicamente avanzati non c'è alternativa. Dunque: ex malo bonum.
L’upskilling delle competenze digitali, e più in generale l'inclusione digitale, sono temi sempre più rilevanti soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui un gran numero di attività e servizi si sono trasferiti sulla rete. Negli ultimi mesi, infatti, il mondo della scuola e il mondo del lavoro, con la didattica a distanza e lo smart working, hanno dovuto fare uno sforzo enorme per adeguarsi e rispondere alla difficoltà causate dal Covid. Quanto c’è ancora da lavorare nel campo dell’alfabetizzazione digitale e in generale della formazione delle competenze digitali, sia dei lavoratori sia degli studenti?
L'Italia, quanto a inclusione digitale, non presenta dati particolarmente positivi. Lavoro doppio, dunque, in particolare su generazioni che hanno superato la boa dei quaranta.
Il nostro Paese è famoso per essere custode al mondo di un patrimonio storico, artistico e culturale unico. Quali devono essere le politiche per rilanciare – in particolare dopo l’emergenza Covid19 – arte, cultura e turismo, valorizzando sia il patrimonio culturale pubblico sia quello privato? Facciamo l’inciso sul patrimonio culturale privato perché a oggi pare che questi beni siano stati completamente esclusi da qualsiasi intervento normativo. Ne è prova il fatto che dagli incentivi sismabonus ed ecobonus sono stati esclusi espressamente gli immobili vincolati di interesse storico.
Una parte dei nostri beni si mostra in località a forte rischio idrogeologico. È uno degli interventi stabili da prevedere. Rivedere lo strumento dell'art bonus: indispensabile benché non abbia manifestato una straordinaria attrattiva. Terzo: valorizzare forme di turismo un tempo di nicchia. Penso ai cammini (storici, religiosi…) e al 'pellegrinaggio' diffuso sul territorio. È più facile recuperare i beni dislocati lungo tratte viarie frequentate promuovendo forme di partenariato pubblico-privato.
Referendum costituzionale ed elezioni regionali sono stati appena archiviati. Come esce la maggioranza da questi appuntamenti? È possibile secondo un rimpasto di Governo che consenta di arrivare più saldi fino alla fine della Legislatura e in particolare all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica?
Un tagliando al governo sarebbe utile, soprattutto ora che c'è da governare la fase due: progetto per l'Italia e investimenti su un forte spirito civico. Un governo che spalanchi le porte alla speranza, insomma.
L’emergenza sanitaria ha colpito con particolare forza l’industria culturale, e nello specifico quella musicale, che ha subito un completo arresto dovuto non solo allo stop imposto agli eventi live ma anche alla sospensione di tutti i processi produttivi e alla chiusura delle attività commerciali e dei luoghi di aggregazione nei quali si usufruisce di musica, con gravi conseguenze di medio e lungo periodo sulla corresponsione dei diritti d'autore e diritti connessi. Quali misure ritiene che dovrebbero essere messe in campo per garantire un supporto stabile e duraturo all'industria musicale italiana, caratterizzata dalla presenza di tante piccole e medie imprese indipendenti?
Alcune misure sono già state assunte nel decreto 'Agosto'. Ho proposto, e il governo ha approvato, un emendamento per il tax credit. Una bella novità. La prossima mossa riguarda le opportunità di lavoro. Penso a forme innovative di mecenatismo di stato. Esempio: aprire gli ospedali ai concerti.
Paolo Bozzacchi