Innovazione / Politica
Cryptoassets, il regolamento MiCA. Cosa prevede la nuova normativa
Di Luca Carabetta
Il Parlamento Europeo nella giornata di ieri ha approvato – con 517 voti a favore, 38 contrari e 18 astensioni – il Regolamento MiCA (Markets in Crypto Assets), segnando un momento storico per la regolamentazione dei cryptoassets. Si tratta infatti della prima policy completa e organica a livello sovranazionale in questo ambito. Ora la palla passa al Consiglio Europeo per l’approvazione definitiva entro giugno. L’entrata in vigore effettiva sarà scaglionata rispetto alle diverse discipline in campo e sarà nei 12-24 mesi successivi all’approvazione definitiva del Regolamento.
L’obiettivo del regolamento è quello di promuovere innovazione, sicurezza e trasparenza nel settore crypto, offrendo un quadro normativo unico per l’intero continente e posizionando l’Europa in una posizione strategica a livello globale.
La normativa si concentra principalmente sui token ancorati ad altri asset, come i cosiddetti ART (Asset Referenced Token) e sulle stablecoin. Non si applica invece agli Utility Token, token utilizzati esclusivamente per il funzionamento delle piattaforme e non come strumenti finanziari. Esclusi anche DeFi e NFT su cui, però, interverranno nei prossimi mesi successive discipline.
Per ottenere una licenza di operare, le criptovalute oggetto del MiCA dovranno rispettare obblighi di liquidità, incorporazione nell’UE e trasparenza.
Si prevede inoltre un’importante novità per chi emetterà una nuova criptovaluta: sarà obbligatorio notificare le autorità competenti in anticipo, fornendo whitepaper e informazioni rilevanti che dovranno essere approvate prima del lancio sul mercato.
Sebbene questa più stringente regolamentazione possa contribuire a prevenire frodi e manipolazioni del mercato, potrebbe anche limitare la capacità di innovazione per alcune società, specie per le startup. Sarà dunque fondamentale seguire le modalità attuative al fine di evitare disparità di trattamento nel mercato.
Aspetto apprezzabile del Regolamento è poi il focus sulla tutela degli investitori, con particolare riferimento alla protezione da eventi catastrofici come l’insolvenza di un exchange, evento purtroppo già verificatosi più volte negli ultimi anni. Su questo punto in particolare è importante segnalare come la disciplina Europa abbia ontologicamente limiti nella sua applicazione rispetto alla geografia delle sedi legali degli exchange stessi e che quindi sia in grado di tutelare solo parzialmente gli investitori. Sarà dunque fondamentale investire nella formazione e nell’informazione finanziaria corretta attorno a rischi e opportunità di questo settore, aspetto imprescindibile nell’era della disintermediazione finanziaria.
Rispetto al tema dei rischi finanziari è importante parlare anche del TFR (Transfer of Funds Regulation), approvato nella giornata di ieri assieme al MiCA. Il TFR impone regole antiriciclaggio che richiedono ai provider di servizi di identificare i loro utenti e segnalare transazioni di valore superiore a 1000€. Queste disposizioni si applicano a chi accetta criptovalute come mezzo di pagamento per beni e servizi e ai servizi di exchange e custodia, ma non alle transazioni tra privati in self-custody o alla DeFi, per cui sarebbe oggettivamente impossibile procedere.In altre parole non saranno più possibili transazioni pseudonime con intermediari sopra i 1000€.
Il tema è stato ampiamente dibattuto ed è forse tra i principali punti di criticità per il settore crypto. Già perché il mondo blockchain nasce su un’idea di sistema monetario sicuro (in quanto le transazioni vengono validate secondo un’architettura distribuita) ma allo stesso tempo quasi-anonima o, più correttamente, pseudonima.
Una simile impostazione andrebbe nettamente in controtendenza rispetto alla natura dei sistemi DLT (Distributed Ledger Technology) e costituirebbe comunque in un aggravio burocratico non indifferente per gli operatori più piccoli.
La soglia dei 1000€ sarebbe poi più stringente rispetto alla soglia dell’utilizzo del contante, sistema di pagamento anonimo e, dunque, molto meno tracciabile di transazioni in cryptoassets in larghissima parte pseudonime.
In sintesi, il MiCA rappresenta un passo importante verso la regolamentazione dei cryptoassets in Europa, con benefici per la sicurezza e la trasparenza del settore. Tuttavia, è essenziale considerare le criticità e trovare un equilibrio tra la protezione dei consumatori e la promozione dell’innovazione nel campo delle criptovalute.
Per far fronte a queste sfide, è fondamentale che i legislatori europei lavorino a stretto contatto con le aziende e le comunità che operano nel settore crypto. È imprescindibile che i policy maker comprendano a fondo la natura tecnologica che sta alla base dell’ecosistema crypto, le cui caratteristiche ed esigenze sono ben diverse dal mondo della finanza tradizionale e centralizzata.
Inoltre, sarà importante promuovere la collaborazione tra gli Stati membri dell’UE e gli attori internazionali per sviluppare soluzioni regolamentari globalmente armonizzate
Tutto ciò consentirà di sviluppare e attuare un framework flessibile e adattabile, in grado di tenere il passo con i rapidi sviluppi tecnologici e le mutevoli esigenze del mercato.