Esteri / News
Perché l’Italia è importante per l’Albania. E viceversa. Parla Jorida Tabaku
Di Alessandro Caruso
«Una partnership tra Italia e Albania è strategica in settori chiave come energia, turismo e rinnovabili», a spiegarlo è l’onorevole Jorida Tabaku, membro del Parlamento di Tirana nelle fila del Partito democratico, il principale partito di centrodestra del paese. In questi giorni è a Roma per incontri istituzionali e per rinsaldare i rapporti politico diplomatici con un governo che il suo partito sente amico. E le alleanze soprattutto quelle importanti, servono, in particolar modo nelle fasi di ripartenza, come quella che sta vivendo lo schieramento di Tabaku in vista delle prossime elezioni amministrative.
Cosa avvicina Italia e Albania in questo momento storico?
«Per cominciare, credo che il nostro forte legame sia radicato nella storia, in particolare attraverso la Comunità Arbëreshi. Sono albanesi migrati nell’Italia meridionale molti secoli fa e hanno gettato le basi del “Rinascimento” albanese, che ha contribuito alla nostra identità nazionale.
In tempi più recenti, l’Italia ha svolto un ruolo significativo nella vita di molti albanesi. Durante l’era comunista, la cultura, la cinematografia e persino la nazionale di calcio italiana hanno rappresentato un faro di luce nell’oscurità della dittatura comunista. Sanremo e Canzonissima erano come dei festival nazionali per noi, e cantanti come Celentano, Battisti e De André facevano parte della lotta contro il comunismo. Erano una protesta silenziosa contro la censura comunista e un modo per lottare per i diritti umani fondamentali come la libertà di espressione, la libertà di vita e la libertà di pensiero.
Oggi, il nostro rapporto si è rafforzato ulteriormente con la nuova e vivace diaspora albanese a partire dai primi anni ’90. Molti albanesi hanno contribuito e contribuito alla creazione di una nuova comunità albanese. Molti albanesi hanno contribuito e si sono integrati nella società italiana, rafforzando ulteriormente il ponte tra i nostri due Paesi. In quanto membri della NATO, l’Italia e l’Albania hanno una responsabilità condivisa nel sostenere la democrazia e nel contrastare i regimi autoritari. La guerra in corso in Ucraina ha rappresentato una nuova sfida, ed è fondamentale lavorare insieme per far rispettare la democrazia e promuovere la libertà. L’Italia svolge un ruolo cruciale nel processo di integrazione dei Balcani occidentali, sia dal punto di vista politico che economico. In quanto grande potenza europea e Paese confinante, l’Italia ha un interesse personale nella stabilità e nella prosperità della regione.
L’Italia è stata un forte sostenitore della politica di allargamento dell’Unione Europea verso i Balcani occidentali, promuovendo l’integrazione di questi Paesi nell’UE. L’Italia ha anche svolto un ruolo attivo nel dialogo guidato dall’UE tra Serbia e Kosovo, con l’obiettivo di normalizzare le relazioni tra i due Paesi.
Inoltre, l’Italia è un importante partner economico per i Balcani occidentali, con aziende italiane che investono massicciamente nella regione. Questi investimenti non solo vanno a beneficio dell’economia italiana, ma creano anche opportunità di lavoro e contribuiscono alla crescita economica dei Balcani occidentali. In conclusione, il coinvolgimento dell’Italia nel processo di integrazione dei Balcani occidentali è fondamentale per la stabilità e la prosperità della regione e l’Italia ha dimostrato un forte impegno nel sostenere il percorso dei Balcani occidentali verso l’integrazione europea».
In questi giorni la Commissione Affari Esteri del Senato italiano è in visita ufficiale in Albania. In politica estera, quali sono i punti di contatto più importanti tra Albania e Italia?
«È lodevole il nuovo ruolo che l’Italia ha iniziato ad esprimere nella regione dei Balcani occidentali e questo è stato particolarmente vero per l’Albania. Come alleato fidato, l’Italia è stata un partner essenziale negli sforzi dell’Albania per avvicinarsi all’Unione Europea e per approfondire la cooperazione regionale. La visita della Commissione Affari Esteri del Senato italiano in Albania sottolinea questo importante rapporto e l’impegno comune a promuovere la stabilità e la sicurezza nella regione. L’accresciuto ruolo dell’Italia nella regione è un fattore importante nel processo di ascesa dell’Albania all’UE, nonché nella promozione dello sviluppo economico e dell’integrazione regionale. Il forte sostegno dell’Italia agli sforzi di integrazione dell’Albania nell’UE è stato fondamentale, così come i suoi investimenti nelle infrastrutture e nei settori energetici del Paese. Le aziende italiane sono state coinvolte in alcuni dei più importanti progetti infrastrutturali in Albania, come il gasdotto TAP, e hanno svolto un ruolo fondamentale nel favorire la crescita economica del Paese. In prospettiva, ci sono molte opportunità per l’Italia e l’Albania di approfondire la loro posizione geostrategica e di lavorare insieme su iniziative come i corridoi energetici oltre all’attuale gasdotto TAP e un corridoio commerciale e di mobilità che colleghi Italia, Albania e Grecia. È importante che i decisori e gli attori politici di entrambi i Paesi continuino a lavorare per raggiungere questi obiettivi, a beneficio delle nostre società e della regione nel suo complesso. Oltre a collaborare sulla questione del traffico di droga e della corruzione, che rappresentano una seria minaccia per le nostre società democratiche, l’Italia e l’Albania condividono anche un approccio comune nei confronti dell’aggressione in corso da parte della Russia contro l’Ucraina. È importante che entrambi i nostri Paesi si allineino all’UE e ad altre nazioni sulla questione della politica delle sanzioni e su altre preoccupazioni per la sicurezza regionale e globale, come l’influenza di regimi non democratici e le sfide per la sicurezza energetica».
Qual è la posizione del suo partito sull’adesione all’UE?
«Il Partito democratico albanese è stato il principale motore del processo di integrazione nell’UE del Paese sin dalla sua fondazione, 30 anni fa. Durante il suo mandato al potere, il partito ha raggiunto diverse tappe significative in questo processo, tra cui la firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA) e l’avvio dei negoziati per l’adesione all’UE. Inoltre, il partito è stato determinante nel garantire la liberalizzazione dei visti per i cittadini albanesi e nell’aiutare il Paese a diventare membro della NATO.
Anche quando era all’opposizione, il Partito Democratico ha continuato a contribuire agli sforzi di integrazione del Paese nell’UE. Ad esempio, ha svolto un ruolo chiave nella creazione del Consiglio nazionale per l’integrazione nell’UE, che da allora è stato replicato da altri Paesi dei Balcani occidentali come modello di successo. Inoltre, il partito ha lavorato per l’approvazione di una nuova legge sull’integrazione e sul ruolo del Parlamento, che ha aumentato il coinvolgimento del Parlamento nel processo di integrazione nell’UE e lo ha avvicinato ai cittadini.
Nel complesso, il Partito democratico albanese ha un forte impegno per l’integrazione nell’UE e ha dimostrato la sua dedizione a questo processo attraverso i suoi risultati sia all’interno che all’esterno del potere. Crediamo inoltre che il processo di adesione all’UE debba essere inclusivo, trasparente e basato sul merito. Crediamo che il nostro alleato Italia e gli altri Stati membri dell’UE debbano continuare a sostenere l’Albania nel suo percorso verso l’adesione all’UE, poiché il successo dell’Albania è anche il successo dell’intera regione e dell’UE».
Può spiegare la situazione balcanica in questo periodo, dal punto di vista dell’Albania?
«Dal nostro punto di vista, la situazione nei Balcani occidentali rimane difficile. La regione ha fatto progressi in alcune aree, come la firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA) e l’avvio dei negoziati di adesione per l’Albania e la Macedonia settentrionale. Tuttavia, i progressi sono stati lenti e ostacolati da vari fattori, tra cui corruzione, istituzioni deboli e instabilità politica.
Inoltre, l’aggressione in corso contro l’Ucraina da parte della Russia ha sollevato preoccupazioni per la stabilità e la sicurezza della regione. L’Albania sostiene con forza la posizione dell’UE su questo tema e ritiene che tutti i Paesi che condividono valori e principi con l’UE debbano fare fronte comune in difesa di un mondo più pacifico e democratico. L’Albania è da tempo impegnata nel processo di integrazione nell’UE e ha raggiunto importanti traguardi, come la liberalizzazione dei visti e l’adesione alla NATO. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare e l’Albania rimane determinata a proseguire il cammino verso la piena adesione all’UE. Il processo di integrazione non è solo una questione di importanza politica, ma ha anche notevoli vantaggi economici per l’Albania e la regione. L’integrazione aprirebbe nuove opportunità per il commercio, gli investimenti e lo sviluppo, creando posti di lavoro e migliorando il tenore di vita della popolazione albanese. Oltre ai propri sforzi, l’Albania cerca il sostegno dei suoi alleati, in particolare dell’Italia, per promuovere e far avanzare il processo di integrazione. L’Italia ha svolto un ruolo cruciale nel sostenere la stabilità e lo sviluppo della regione e rimane un forte sostenitore della prospettiva UE dei Balcani occidentali. Insieme, l’Albania e i suoi alleati possono superare le sfide e gli ostacoli che ci attendono e lavorare per un futuro più luminoso per la regione».
Come sono attualmente i rapporti con il governo italiano?
«Le relazioni con il Governo italiano sono attualmente ad un livello eccellente. Apprezziamo la nostra amicizia con l’Italia, un Paese che è sempre stato un partner affidabile per l’Albania, non solo dal punto di vista politico, ma anche economico e culturale. I nostri Paesi condividono una lunga storia di cooperazione e interessi comuni, e siamo impegnati a rafforzare ulteriormente questa relazione.
Per quanto riguarda la cooperazione parlamentare, abbiamo avuto scambi proficui tra la Commissione Affari Esteri del Senato italiano e il nostro Parlamento. Apprezziamo il sostegno dell’Italia al processo di integrazione dell’Albania nell’UE, che è stato fondamentale per i nostri progressi in questo campo.
In termini di cooperazione economica, crediamo che ci siano ancora opportunità non sfruttate che possiamo esplorare. I settori del turismo, dell’agricoltura e delle energie rinnovabili sono particolarmente promettenti e siamo impegnati a promuovere partenariati e investimenti in queste aree. Vediamo anche un potenziale di cooperazione nei settori della mobilità, dell’energia, del commercio e dell’industria manifatturiera, che potrebbe portare benefici significativi a entrambi i Paesi.
Nel complesso, siamo ottimisti sul futuro delle nostre relazioni con l’Italia e ci auguriamo di continuare la nostra stretta collaborazione negli anni a venire».
Che ruolo ha la collaborazione con l’Italia nella vostra programmazione politica?
«Inoltre, riconosciamo l’importante ruolo che l’Italia ha storicamente svolto nella regione e riteniamo che una più stretta collaborazione con l’Italia possa offrire molte opportunità per lo sviluppo della nostra economia e per il rafforzamento delle nostre istituzioni democratiche. Tuttavia, riconosciamo anche che in passato in Albania sono stati presenti altri Paesi oltre all’Italia, e vorremmo vedere azioni e investimenti più concreti da parte del Governo italiano nel nostro Paese. Crediamo che una partnership strategica con l’Italia in settori economici chiave, come il turismo, l’agricoltura e le energie rinnovabili, possa portare grandi benefici a entrambi i Paesi. Pertanto, continueremo a lavorare per una più stretta collaborazione con l’Italia, difendendo al contempo gli interessi del nostro Paese e dei nostri cittadini».
I socialisti hanno parlato di orientamento antidemocratico del suo partito con il leader Berisha. È così? Come risponde a questo attacco?
«Il clima politico può essere divisivo in Albania e capisco che questo faccia notizia anche in Italia a volte, ma posso assicurarvi che abbiamo delle differenze, possiamo discutere tra di noi, ma il partito ha chiarito che non tollera comportamenti antidemocratici o corruzione, indipendentemente da chi sia coinvolto.
È importante notare che le accuse mosse dal Partito socialista al Partito democratico non sono supportate da prove e fanno parte di una campagna più ampia per screditare l’opposizione. Il Partito Democratico rimane impegnato a lavorare per un futuro democratico e prospero per l’Albania e si concentra su politiche e azioni a beneficio del popolo albanese».
In che modo la crisi energetica sta influenzando l’economia albanese in questo momento?
«L’economia albanese sta affrontando molteplici sfide, tra cui la crisi energetica, che sta avendo un impatto significativo su diversi settori dell’economia. Il governo non è riuscito ad attuare vere riforme nel settore energetico, in particolare per quanto riguarda l’adozione dell’energia solare e dell’idrogeno, nonostante il potenziale di queste tecnologie per ridurre la dipendenza del Paese dalle fonti energetiche importate. Inoltre, la mancanza di investimenti da parte del governo ha impedito al Paese di stabilire collegamenti con il gas trasportato dalla TAP, con conseguente significativa carenza di energia.
Inoltre, il FMI ha riferito che le famiglie albanesi stanno lottando per far fronte alla crisi energetica e all’inflazione, facendo affidamento sulle rimesse piuttosto che sul sostegno del governo o su un’economia sostenibile. Ciò evidenzia l’incapacità del governo di fornire un sostegno adeguato ai cittadini e di affrontare i problemi di fondo che affliggono l’economia.
È chiaro che è necessaria un’azione immediata ed efficace per affrontare la crisi energetica e le altre sfide economiche dell’Albania. Il governo deve intraprendere riforme strutturali e normative e aumentare gli investimenti in settori chiave come l’agricoltura, l’industria manifatturiera e i servizi per sostenere una crescita economica sostenibile e offrire una migliore qualità di vita ai cittadini albanesi».
Attualmente il suo partito è diviso, cosa prevede per le prossime elezioni? Come uscire da questa crisi?
«Oltre a costruire un’ampia coalizione con i cittadini, è necessario anche un nuovo modo di fare opposizione in Parlamento e nel lavoro politico in generale. Dobbiamo essere più proattivi, costruttivi ed efficaci nel chiedere conto al governo, nel proporre soluzioni alternative e nel collaborare con gli altri partiti di opposizione, le organizzazioni della società civile e i media per combattere la corruzione, l’autoritarismo e altre minacce alla democrazia.
Inoltre, per avere successo nelle prossime elezioni e oltre, il Partito Democratico ha bisogno di una nuova struttura di partito rigenerata che possa racchiudere la necessità di modernizzazione, innovazione e risposta alle esigenze e alle aspettative dei cittadini. Ciò include un processo più trasparente e democratico per la selezione dei leader, lo sviluppo e l’attuazione delle politiche e la comunicazione con il pubblico. Significa anche abbracciare le nuove tecnologie, i social media e altri strumenti digitali per coinvolgere un pubblico più ampio e costruire una presenza più forte online.
Credo sia importante avere un programma chiaro e completo che affronti le preoccupazioni e le priorità dei cittadini. Questo programma dovrebbe basarsi su una visione forte per il Paese e dovrebbe essere sviluppato attraverso un processo partecipativo e inclusivo che coinvolga esperti, organizzazioni della società civile e cittadini di ogni provenienza.
È inoltre fondamentale affrontare le divisioni interne al partito e lavorare per l’unità e la coesione. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso un dialogo aperto e trasparente, una comunicazione rispettosa e un impegno condiviso verso i valori e i principi del partito.
Inoltre, è essenziale rafforzare la struttura organizzativa del partito e la sua capacità di mobilitare e coinvolgere i cittadini. Ciò include la costruzione di una forte rete di base, l’investimento nella comunicazione e nella diffusione digitale e l’espansione della presenza del partito nelle comunità del Paese.
Infine, è importante avviare un dialogo costruttivo con le altre forze politiche e le parti interessate del Paese, comprese le organizzazioni della società civile, i sindacati e gli altri partiti politici. Questo può aiutare a costruire alleanze e coalizioni più ampie che possano lavorare insieme verso obiettivi comuni e contribuire a un processo politico più inclusivo e partecipativo nel Paese».