Economia
Sangalli, Confcommercio: «il nostro mercato del lavoro ha bisogno di lavoratori immigrati»
Di Simone Zivillica
Al via la due giorni di Confcommercio a Villa Miani per il ventiduesimo forum intitolato “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”. La kermesse, organizzata in collaborazione con Ambrosetti, si apre in una congiuntura economica che vede ancora fragile l’economia del Paese, nonostante l’Italia abbia mostrato, nel biennio 2021-2022, una «capacità di reazione eccezionale e inattesa, con una crescita superiore anche a quella dei nostri principali partner internazionali». Così ha evidenziato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento alla conferenza stampa d’apertura del forum.
Allo start del nuovo forum di Confcommercio sono molte le istituzioni a presentarsi, a sottolineare il forte legame tra le istanze della confederazione dei commercianti italiani e le mosse da mettere in campo da parte di governo e parlamento. Tra i partecipanti, i ministri Francesco Lollobrigida (Agricoltura, Sovranità Alimentare, Foreste), Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti), Antonio Tajani (Affari Esteri), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Marina Elvira Calderone (Lavoro), Guido Crosetto (Difesa) e Raffaele Fitto (Affari europei, Sud, Coesione e Pnrr), Carlo Cottarelli, Giampiero Massolo (presidente ISPI), Giulio Tremonti (presidente Commissione Esteri Camera).
Molti i temi toccati dagli interventi del presidente Sangalli, sia strettamente economici che anche di richieste esplicite alla politica. Durante l’intervento d’apertura, Sangalli ha riconosciuto come la legge delega di riforma del fisco «vada nella giusta direzione, almeno rispetto all’impianto generale e agli obiettivi, ma che ci sono alcuni ancora aspetti da valutare attentamente» come i sistemi di detrazione e deduzione utili a garantire l’equilibrio necessario tra il principio di progressività e la transizione verso l’aliquota unica. In tema di Pnrr, invece, Sangalli avverte che occorre «fare presto e bene perché è un’opportunità irripetibile per rendere l’Italia più moderna, efficiente, inclusiva, aperta all’innovazione e al merito». Per Sangalli la sua rivisitazione è necessaria, nonché «l’occasione per mettere in campo interventi per rilanciare il settore del turismo e, in generale, il terziario di mercato. Occorre fare di tutto per ridurre i ritardi politici, amministrativi e operativi – insiste il presidente di Confcommercio – per realizzare gli interventi strategici capaci di produrre effetti positivi durevoli, in particolare nel Mezzogiorno».
Durante la prima giornata del forum di Confcommercio, è stato, inoltre, presentato il rapporto “Terziario, lavoro, economia: per una nuova stagione di crescita” a cura dell’Ufficio studi di Confcommercio stessa, diretto da Mariano Bella. Dal rapporto si evidenziano diversi dati valevoli di attenzione. Su tutti, il dato che disegna l’occupazione in Italia: dal 1995 ad oggi, gli occupati sono aumentati di 1,2 milioni di unità. Tutti gli altri grandi aggregati produttivi, infatti, come l’agricoltura (- 519mila), l’industria (-691mila) e la pubblica amministrazione (-329mila) hanno perso, salvo il terziario di mercato che ha generato oltre 2,7 milioni di posti di lavoro. Accanto a un dato certamente positivo, come quello dell’aumento generale degli occupati, c’è però da segnalare che lo stesso report evidenzia come nel 2023 la crescita del Pil sarà ancora sotto l’1%, ma che soprattutto non saremo in grado di raggiungere i livelli del 2007 (ossia prima della crisi dei subprime che atterrò alcune tra le principali banche d’affari) nemmeno a fine 2024.
Altro punto fondamentale nel corso del forum è stato quello riguardante il turismo. In questo settore, infatti, Confcommercio calcola che se nel 2023 si osservasse una crescita, probabile, delle presenze turistiche del 15,3% rispetto al 2009 (parliamo di oltre 500 milioni di persone) avremmo bisogno di 280 mila nuovi lavoratori rispetto allo scorso anno solo nell’accoglienza e nella ristorazione. Cifra che raddoppia se consideriamo tutto l’indotto. Sul lato dei consumi, invece, Sangalli ha chiarito che «dobbiamo lavorare per costruire una nuova e più forte fase di sviluppo proprio per evitare di ripiombare nell’incubo degli zero virgola gli ultimi due anni ci hanno insegnato che abbiamo le energie per farlo. Preoccupazioni, speranze e fiducia che – ha quindi aggiunto il presidente di Confcommercio – ritroviamo anche nel recente Def, dal quale traspare una cauta e condivisibile visione ottimistica sulle capacità dell’Italia di costruire benessere economico».
Infine, un dato che racchiude uno statement molto chiaro e che si può prestare a varie interpretazioni. Il presidente di Confcommercio Sangalli, infatti, ha affermato, dati alla mano, che «il nostro mercato del lavoro ha bisogno di lavoratori immigrati. Del resto, in questi giorni, lo stesso Def per il 2023 ricorda l’effetto significativo dell’immigrazione sulla popolazione residente in età lavorativa e quindi sull’offerta di lavoro. Una ragione in più per governare i flussi migratori e per lavorare tanto sul terreno dell’accoglienza, quanto su quello dell’integrazione». Una chiara chiamata alla necessità di lavoratori in arrivo dall’estero per colmare un gap che è, ormai, poco sostenibile, sempre con a mente la necessità di gestire i flussi migratori in maniera organica e sistemica, così come ha ricordato «il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel sostenere che un tema così epocale deve essere affrontato insieme, come problema dell’Unione Europea» – ha concluso il presidente di Confcommercio Sangalli.