Economia
Tax Free Shopping: in Italia lo regolano leggi che hanno quasi 30 anni
Di Redazione
Nell’ultima estate “pre-Covid”, ovvero quella del 2019, secondo un sondaggio condotto dal portale inglese TravelSupermarket, l’Italia era al primo posto tra le mete più desiderate, guidando la classifica di 97 nazioni, tra cui diversi Paesi europei. Un bel vantaggio competitivo che rischia di andare in fumo, in un settore come quello del turismo internazionale che, come tutti a parole sostengono, rappresenta una parte importante della spina dorsale dell’economia italiana. Infatti, mentre i vicini-competitor lo considerano un settore strategico, mettendo mano anche alle norme fiscali per attrarre sempre di più i viaggiatori stranieri, nel nostro Paese tutto è fermo. Possibile che a livello governativo, parlamentare e istituzionale questo non stia dando alcuna preoccupazione?
Come ha segnalato Global Blue Italia, società leader nel settore del Tax Free Shopping, la Francia ha recentemente preso una storica decisione: dal 1° gennaio 2021 i viaggiatori provenienti da fuori Europa potranno chiedere il rimborso dell’Iva per acquisti personali da 100 euro in sù. Se consideriamo che fino a oggi questa soglia era prevista a 175 euro possiamo capire la portata del cambiamento. Una vera svolta voluta dal Paese che finora aveva il limite più alto di tutta Europa, “primato” che ora passa all’Italia.
Da noi, infatti, c’è ancora un livello stabilito nel 1993: per poter avere il rimborso dell’Iva i turisti devono spendere per ogni acquisto almeno 154,95 euro, le vecchie 300mila lire. Situazione diametralmente opposta a quella di Germania e Spagna, dove da tempo è stata eliminata la soglia minima di spesa per il Tax Free Shopping: in quei Paesi il rimborso è previsto spendendo qualsiasi cifra, anche pochi euro.
Tradotto: se non si correrà ai ripari, allineando la normativa italiana a quella degli altri Paesi europei, è molto probabile che il turista cinese, americano, australiano, quando tornerà a viaggiare e fare shopping nel Vecchio Continente, acquisterà l’orologio, l’anello, la borsa, l’abito tanto desiderato in Spagna, Francia o Germania, invece di farlo in Italia. E, molto probabilmente, deciderà di fermarsi più giorni in uno di quei Paesi piuttosto che passare qualche notte in più nel nostro Paese.
«Dove fare acquisti, cosa comprare, quanto spendere viene sempre più spesso pianificato prima della partenza, prevedendo di dedicare a questa attività diverse ore se non alcuni giorni del programma di viaggio» segnala Stefano Rizzi, Country Manager di Global Blue Italia, che ricorda anche come lo stesso Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, abbia sottolineato in diverse occasioni come si ponga, su diversi fronti, un serio problema di competitività tra ordinamenti giuridici dell’Unione Europea.
Al Senato, tra gli altri, è depositato, dall’8 luglio scorso, il disegno di legge “Disposizioni per il sostegno, il rilancio e la promozione del turismo, nonché deleghe al Governo in materia di turismo” che vede come primo firmatario l’ex ministro del Turismo, Gian Marco Centinaio nel quale, all’articolo 6, si parla proprio di “abbassamento della soglia minima Tax Free Shopping” in un contesto più ampio.
Perché il nodo è soprattutto questo, come ha riconosciuto in diverse occasioni anche la Sottosegretaria al Turismo, Lorenza Bonaccorsi: quando si parla di turismo non ci sono compartimenti stagni. Il settore dell’artigianato italiano è legato a quello alberghiero che a sua volta è connesso al mondo dei trasporti e così via. Un tema evidentemente trasversale, condiviso tra maggioranza e opposizione.
Il danno economico dell’immobilismo nel settore del Tax Free Shopping si ripercuoterà principalmente sui piccoli artigiani, già in grande difficoltà a causa della crisi che stiamo attraversando, i cui prodotti, eccellenza del made in Italy, avranno ancora meno possibilità di essere venduti.
Sono dinamiche cruciali per la strategia di rilancio del Paese, con i ministeri guidati da Dario Franceschini e Roberto Gualtieri in prima linea, che tocca tutti i settori intorno ai quali sarebbe bene ci fosse convergenza piuttosto che scontro.
Francesca Maffini
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