Cultura

Vandali dell’arte, il Cdm approva una linea dura

12
Aprile 2023
Di Giampiero Cinelli

Linea dura del governo sugli atti vandalici contro le opere d’arte. Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il cosiddetto Disegno di legge anti-vandali, che inasprisce i provvedimenti contro chi imbratta monumenti, edifici e manufatti dal valore storico e culturale. L’accelerata è stata mossa dai recenti atti dei gruppi ambientalisti, come quelli di “Ultima Generazione”, che utilizzano questi comportamenti per sensibilizzare sul problema del cambiamento climatico. Ora il provvedimento dovrà passare il vaglio delle Commissioni e del Parlamento.

Sanzioni amministrative

L’Esecutivo ha aggiunto misure amministrative a quelle penali, sottoforma di sanzioni: da 10.000 a 40.000 euro per chi deturpa o imbratta beni culturali e paesaggistici propri o altrui. Aumenta la sanzione da 20.000 a 60.000 euro invece per chi li distrugge, li disperde o li deteriora.

Le opposizioni non l’hanno presa bene, tra chi ritiene che non serva aggiungere reati e chi, come Angelo Bonelli dei Verdi, vede il governo solo come «forcaiolo», non curante delle istanze rivendicate, unicamente interessato a reprimere.

Gli antefatti

Che ci sia voglia di repressione e poco di ascolto è un tema che si può discutere, ma è indubbio che negli ultimi tempi episodi vandalici indirizzati verso i beni culturali comincino a preoccupare per la loro frequenza. Quello che ha avuto più eco mediatica risale al 17 marzo, quando gli attivisti di Ultima Generazione hanno deturpato con la vernice una parete di Palazzo Vecchio a Firenze. Il sindaco della città Dario Nardella ha stimato la riparazione del danno in 30.000 euro. Va precisato, infatti, che il pronto azionamento degli idranti sulla parete era utile solo a mitigare il danno e il fatto appunto che la vernice sia lavabile, non vuol dire che possa facilmente essere rimossa solo con l’uso di acqua.

L’ultimo gesto eclatante in un contesto pubblico è quello che ha visto coinvolta la Fontana della Barcaccia in Pizza di Spagna a Roma, riempita con un liquido nero da due ragazzi (il terzo che era con loro è rimasto fuori) per richiamare l’idea della contaminazione, allo slogan di “Non paghiamo il fossile”. In questo caso è stato necessario l’intervento di Acea per prosciugare la fontana al fine di evitare il rapido assorbimento della vernice nera nelle parti porose del travertino, rischio che è stato poi sventato dai tecnici della Sovrintendenza e della società Zetema.

La critica degli attivisti arriva anche a toccare, nel senso concreto del termine, le istituzioni. Perché ad essere violata il 2 gennaio 2023 è la facciata del Senato. L’episodio alle 8 del mattino, con i rimostranti che imbrattano, oltre al portone del piano terra, anche due finestre. I cinque attivisti poi sono stati identificati, bloccati e condotti in questura dalla polizia con l’aiuto dei carabinieri.

Ma forse l’episodio che più ha puntato i riflettori su questi gruppi in Italia è stata la vernice arancione sul quadro di Van Gogh il 4 novembre del 2022, quando a Palazzo Bonaparte a Roma si teneva una mostra sul pittore olandese. Il quadro colpito raffigura un’immagine agreste, il cui soggetto è un contadino dedito alla semina sotto il sole che illumina la pianura. Viene da pensare che la scelta dell’opera non sia casuale.

Il significato di queste manifestazioni è infatti mostrare la contraddizione tra la nostra ammirazione per il bello, che in questi casi è tutt’uno con il nostro habitat, e il tipo di modello di sviluppo in cui viviamo incentrato sul danneggiamento della natura e di noi stessi. La domanda che sorge, però, è se davvero questo messaggio, anche potente, possa avere effetto portandolo alle estreme conseguenze anziché racchiuderlo magari in una rappresentazione.