Innovazione
Le pulci a…Pisano in audizione su Recovery Fund (e molto 5G)
Di Redazione
Recovery Fund ma soprattutto banda ultralarga e 5G sono i temi che hanno caratterizzato l’audizione della Ministra per l’Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione, Paola Pisano (M5S) alla Commissione Trasporti della Camera.
Sugli stanziamenti del Recovery Fund la Pisano ha parlato di interoperabilità dei dati, infrastrutture e sicurezza, piattaforme e servizi, competenze digitali e innovazioni che sono le aree dei 39 progetti sottoposti dal Ministero, per distribuire al meglio le risorse che arriveranno dall’Ue.
The Watcher Post vi rende più facile il lavoro di capire cosa è stato detto e soprattutto su cosa si sta concentrando il dibattito parlamentare (le domande dell'opposizione in audizione danno il polso della situazione).
Interoperabilità dei dati: il caso Bonus vacanze
“Appare doveroso assicurare una maggiore efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa attraverso l’interoperabilità dei dati, che renderà più semplice e veloce dare risposte ai cittadini e alle imprese”, ha esordito la Ministra Pisano. Che poi ha aggiunto: “Dal punto di vista della rapidità dell’erogazione di un servizio pubblico merita di essere considerata quella del cosiddetto bonus vacanze, che è stato erogato dal primo luglio scorso a 1,5 milioni di cittadini aventi diritto proprio grazie al servizio pubblico per l’identità digitale, all’applicazione IO e all’interoperabilità dei dati. Per ottenere il bonus è bastato un solo accesso a una sola applicazione”.
Rete unica neutrale: investire in cloud e data center per la PA
“Ritengo necessario porre le basi anche per lo sviluppo di una rete unica e neutrale che dia connettività a banda ultralarga a tutto il territorio italiano. La rete serve per il trasporto dei dati. Ma per la conservazione dei dati e la creazione dei servizi da parte della Pubblica Amministrazione abbiamo bisogno di un’altra tecnologia, che è la tecnologia cloud, anche per avere un’indipendenza tecnologica richiesta dall’Ue. L'utilizzo del cloud – ha aggiunto la Pisano – permette di aumentare l'efficienza e la velocità di sviluppo di servizi da parte della PA. Occorre investire anche nello sviluppo di una rete di data Center”.
Su questo è intervenuto il vicepresidente della Commissione Ambiente alla Camera Alessio Butti di Fratelli d’Italia che sul progetto Gaia-X ha chiesto alla Pisano: “C’è spazio anche per l’Italia?” La Ministra ha rassicurato: “Gaia X è un progetto che abbiamo iniziato a seguire a gennaio di quest’anno e riguarda una ‘federazione’ di Cloud principalmente pubblici. Si stanno definendo delle regolamentazioni e c’è spazio per le nostre aziende; noi abbiamo fatto una serie di incontri portando le aziende rappresentative del nostro territorio per competenza su questa materia. C’è spazio quindi anche per la parte italiana. Ad oggi stiamo interagendo con Francia e Germania.”
SPID, PagoPA e la App IO
“Nelle schede per il Recovery Plan abbiamo inserito una maggior diffusione e un maggior utilizzo dei servizi pubblici digitali offerti ai cittadini che richiedono piattaforme abilitanti”, ha spiegato la Pisano. “Una di queste è l’identità digitale Spid. Altri abilitatori sono PagoPa e l’Anagrafe nazionale dei residenti. Poi c’è l’applicazione IO, che sarà il canale di accesso a tutti i servizi della pubblica amministrazione. Attraverso questi abilitatori il cittadino ha la possibilità di connettersi a un unico canale”.
Banda ultralarga ovunque (ad almeno 100 mega)
“Senza la connettività, nevralgica, che copra tutto il Paese, con una grande potenza di base utile alle attività del Paese, non ci può essere digitale, non ci può essere sviluppo tecnologico. Come ha sottolineato il Presidente Mattarella è importante e urgente predisporre la banda ultralarga ovunque all’interno del nostro Paese. L’obiettivo è quello della copertura ad almeno 100 mega per l’85% della popolazione e ad almeno 30 per il rimanente 15%”.
Il deputato della Lega Massimiliano Capitanio: “Sul piano della banda ultralarga c’è stato ripetuto che il piano Open Fiber dovrà essere ultimato entro la fine del 2022, quando pochi giorni fa il Ministro Patuanelli in audizione ha indicato la quasi certezza che si andrà anche oltre il 2023. Quale ruolo ha il Ministero per l’Innovazione nella partita della rete unica e della banda ultralarga? Si parla tanto di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: come e quanti soldi dal Recovery Fund verranno utilizzati per la formazione della PA?”
La Ministra Pisano risponde: “Il nostro Dipartimento detiene la Presidenza del Comitato Banda Ultralarga (Cobul) ma la competenza sulle telecomunicazioni è del Ministero dello Sviluppo Economico. Sulla rete unica, comunque, il coinvolgimento di tutto il governo è molto forte”. Poi aggiunge: “Riguardo agli stanziamenti del Recovery Fund, su digitalizzazione e cybersecurity non abbiamo ancora cifre certe”.
Primi voucher connessione per le famiglie a fine mese
“Il Comitato banda ultralarga ha approvato il piano voucher per agevolare l’acquisto di servizi di connettività da parte di famiglie ed imprese. Per tutte le famiglie con Isee inferiore a 50mila euro è previsto un incentivo pari a 200 euro per accedere alla migliore tecnologia disponibile; con Isee inferiore a 20mila euro vi sarà la possibilità di richiedere un contributo aggiuntivo di 300 euro per il comodato d’uso di tablet e pc. I primi voucher verranno erogati a fine settembre, mentre per gli altri si dovrà attendere la fine del 2020”.
Chiarimenti vengono richiesti sempre da Capitanio dalla Lega Nord: “Ma noi vogliamo avere delle date certe di quando la banda ultralarga, per cui sono stati già stanziati 400mln di euro, arriverà nelle scuole, quando i cittadini potranno spendere questi voucher e se è intenzione del Ministero rivedere anche le modalità di erogazione di questi stessi voucher che, in questo momento, limitano la concorrenza perché obbligano l’utente finale a rivolgersi anche per l’acquisto di hardware agli stessi operatori telefonici”.
La Pisano ha risposto: “Per quanto riguarda i tempi dei voucher, dalle notizie che ho, in questo momento il decreto è stato firmato dalla Corte dei Conti, quindi quella parte è stata sbloccata e adesso siamo alle battute finali. Ci aspettiamo che nei prossimi giorni sia tutto ultimato in quanto la parte di regolamentazione è stata scritta, la piattaforma Infratel è stata strutturata, non ci dovrebbero essere più impedimenti lato PA o burocratici”.
Infrastruttura Open Fiber diventi rete unica per l’Italia
“Ad oggi quello che è stato fatto è un accordo tra Tim e Kkr per la sostituzione del rame all’interno della rete secondaria di Tim. Per riuscire ad arrivare a una rete unica ci sono ancora tanti step. Rete unica non significa integrazione tecnologica della rete, perché tutte le tecnologie che si stanno utilizzando sono tecnologie in fibra ottica. Significa invece avere una razionalizzazione degli investimenti all’interno di un progetto, riuscendo a portare la tecnologia in fibra nelle aree dove oggi non c’è. Per utilizzare il 5G c'è bisogno che la fibra arrivi alle antenne, perché il 5G è una tecnologia mobile che si appoggia alle reti in fibra. Se tutto va verso una rete unica, se si consolida l’idea che ci sia poi un soggetto che possieda questa infrastruttura, si potrebbe ipotizzare che poi anche l’infrastruttura di Open Fiber converga all’interno di una infrastruttura unica del Paese”.
Su questo tema si sofferma il Segretario della Commissione Trasporti, Vincenza Bruno Bossio del PD: “Nelle aree bianche sono stati fatti tre bandi che ha vinto lo stesso soggetto: Open Fiber. A fronte di 7mila comuni in cui doveva essere portata la fibra, ad oggi, lei stessa ha letto i dati di comuni collaudati e ce ne sono soltanto 223. Come potranno essere collaudati i restanti oltre 6500?”
La Pisano ha concluso sorridendo: “Ovviamente ci sono tanti step, anche quello dell’Europa, quindi necessitiamo di una serie di autorizzazioni affinché questa operazione possa andare avanti. Questo è molto difficile, perché non esistono Paesi che siano riusciti a portare a termine in tutto il territorio un’infrastruttura del genere così potente e capillare”.
Non possiamo che augurarci che l’Italia sia la prima a riuscire in questa iniziativa.
Nicolò Marcon
Photo Credits: Policy Maker