L’odissea del superbonus e degli altri bonus edilizi non è ancora conclusa. Ma ieri il parlamento ha provato a sbrogliare la matassa con l’approvazione dell’ultimo decreto, che ha incassato il sì del Senato. Come si era preannunciato, sono state concesse proroghe ed eccezioni per le aree di crisi. Vediamo i contenuti nel dettaglio.
Le villette
Rispetto alle unità unifamiliari (le villette) per cui sia già attestato l’avanzamento di almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, si potrà richiedere l’agevolazione al 110% entro il 30 settembre 2023, a condizione che alla scadenza della proroga i lavori siano ultimati.
Salvi i crediti 2022
Per i crediti maturati nel 2022, è concessa la comunicazione per la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre 2023.
Possibile anche cedere il credito per i casi in cui, al 17 febbraio, non era ancora arrivato l’ok del beneficiario (si fa riferimento qui, ad esempio, alle imprese e agli istituti bancari coinvolti nell’operazione). Questo fino al 30 novembre 2023, ma con il pagamento di una mora di 250 euro e solo per le spese effettuate nel 2022.
I condomini
Per i condomini, invece, ci sarà tempo per ultimare i lavori e ottenere sia la detrazione che la cessione entro il 31 dicembre 2023, se la delibera assembleare si lavori è arrivata entro il 24 novembre 2022 e la Cilas (comunicazione inizio lavori asseverata) è stata consegnata entro il 31 dicembre 2022. Se però i lavori sono effettivamente iniziati dopo il 16 febbraio 2023, magari a causa degli arretrati delle imprese, l’entità del bonus scende dal 90% in giù a seconda degli specifici casi indicati dalla normativa.
In ogni caso, le detrazioni fiscali di cui volessero beneficiare direttamente i proprietari delle abitazioni, si potranno spalmare su 10 anni anziché 4.
Deroghe relative al 110% anche per gli edifici di zone terremotate dal 2009 e per quelli colpiti dall’alluvione delle Marche, oltre che per le case popolari Iapc, per le Onlus, per gli interventi di rimozione di barriere architettoniche e rigenerazione urbana.
Ancora possibile la cessione del crediti e lo sconto in fattura anche per acquisto di caldaie, infissi e pannelli fotovoltaici qualora sia stato attestato l’inizio dei lavori o il semplice acquisto prima del 16 febbraio 2023.
Il problema dei crediti incagliati
Il punto, però, che secondo le opposizioni e soprattutto il M5S il decreto non risolve, sono i crediti incagliati. Ovvero quei circa 19 miliardi che le banche non riescono a erogare alle imprese che gli cedono l’agevolazione. Questo, infatti, è in sostanza è il meccanismo che permette ai privati di affrontare ristrutturazioni quasi senza costi. Su tale aspetto. è allo studio la compensazione tra crediti d’imposta che le banche non possono più utilizzare e Btp decennali. A partire dal 2028. Si apre anche all’iniziativa dei privati, con una piattaforma digitale da far nascere che permetterà a soggetti economici di acquistare o cedere i crediti incagliati. Alcune banche nel frattempo hanno cominciato a riaccettare i crediti, come Unicredit e Bpm. Ieri Intesa Sanpaolo e Università Luiss hanno siglato un accordo per la ricessione dei crediti per un valore fiscale pari a 60 milioni di euro.