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Turismo, Santanchè: destagionalizzare e diversificare
Di Giampiero Cinelli
Il ministro del turismo Daniela Santanchè ha parlato oggi in audizione nell’Aula Convegni del Senato, per illustrare le sue linee programmatiche. L’incontro è stato sostanzialmente un confronto tra la Santanchè e le Commissioni congiunte delle attività produttive.
Le due chiavi
Ad emergere è stata la traccia della diversificazione e della destagionalizzazione. Secondo il ministro c’è bisogno di un turismo che risponda a varie esigenze, non più improntato su un’idea classica di soggiorno che sia nettamente estiva o invernale. A tal proposito, Daniela Santanchè ha fatto riferimento ad esempio ai viaggi di lavoro e ha reputato molto positiva la ripresa dell’elemento fieristico, su cui l’Italia deve puntare, perfezionando l’assistenza da tanti punti di vista come quello logistico.
Coinvolgere gli italiani all’estero e i “filo-italiani”
Altro punto di innovazione del turismo italiano, e questo sta emergendo solo ora – può sembrare marginale ma non lo è – è il fenomeno degli arrivi in Italia finalizzati ai matrimoni. Il fascino di un’ambientazione nostrana che coroni un giorno così importante attrae oggi parecchi stranieri e, come ha fatto notare Santanchè, sarebbe importante riuscire a intercettare i tanti italiani all’estero, o originari, più propensi a farlo. Il ministro ha parlato di 8 milioni di italiani residenti fuori dalla nazione, altre stime ne indicano 6, ma è chiaro che il bacino potenziale va sfruttato.
A breve il piano strategico
Come sfruttare, insomma, le tante opportunità e come concentrarsi meglio sulle fasce specifiche di clienti che mostrano un naturale gradimento per il nostro Paese? Attraverso il Piano Strategico per il turismo 2023-2027 che ha già ottenuto l’approvazione nella Conferenza Stato-Regioni e che verrà presto calendarizzato in sede parlamentare. «È mia intenzione dedicarmi all’illustrazione del Piano nel momento in cui sarà calendarizzato. Contiene una visione con obiettivi strategici e traguardi che nei prossimi 5 anni miglioreranno la qualità e la capacità dell’industria turistica», ha dichiarato il ministro.
Il digitale
Per una maggiore efficacia del sistema si pensa anche al miglioramento del sito Italia.it, il quale dovrà fungere sia da contenitore informativo e illustrativo che da erogatore di servizi vero e proprio a beneficio dei turisti. Il dicastero è infatti molto interessato a massimizzare gli ingressi dall’estero. Nello specifico, si prevede a partire da maggio, che l’attività di Italia.it sarà estesa attraverso il funzionamento di una piattaforma digitale, fruibile sia da operatori privati che pubblici. Il Tourism Digital Hub, questo il nome del progetto, permetterà lo scambio di dati e servizi secondo standard ben definiti e in linea con la normativa europea Gdpr. A canalizzare il traffico verso Italia.it penserà anche Enit, l’agenzia nazionale per il turismo, che Daniela Santanché punta a far diventare una Spa. In modo da renderla più dinamica e in grado di valorizzare diverse competenze, continuando ancor meglio a valorizzare il marchio Italia e a perfezionare offerte variegate verso l’utenza.
I fondi
Gli obiettivi citati stanno ovviamente nella cornice del Pnrr, a cui anche il Ministero del turismo ha avuto accesso. Gli obiettivi fissati, ha evidenziato Santanchè, sono stati tutti raggiunti e prevedevano 7 ambiti. Uno è quello appunto del Digital Hub, dove si impegnano 114 miliardi con l’obiettivo di coinvolgere entro il 30 giugno 2024 30.000 operatori turistici. Poi il Tax credit per le strutture ricettive con 598 milioni, che entro la fine del 2025 potrà annoverare 3.500 imprese turistiche. Dunque il Fondo Pmi, che conta relativamente 350 milioni e può arrivare a 11.000 imprese turistiche. Arrivando al Fondo rotativo per le imprese di 180 milioni, supportato da Cdp e dalle banche. Altri 150 milioni dal Fondo nazionale turismo e i 500 milioni del progetto Caput Mundi incentrato su Roma. Infine il Fondo della Bei dedicato al turismo per altri 500 milioni. Complessivamente i fondi del Pnrr indirizzati al Dicastero valgono quasi 3 miliardi.