Economia
Fisco, l’Agenzia Entrate ha aumentato il gettito nel 2022. Ecco le basi per la riforma Meloni
Di Giuliana Mastri
Toni positivi a Montecitorio alla conferenza di presentazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate. I numeri sono in miglioramento. Si auspica adesso che il contesto porti benefici anche ai contribuenti. E di questo si è parlato nella seconda parte, quando sono stati esposti gli obiettivi di governo da parte del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e del suo vice Maurizio Leo.
Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, da poco riconfermato dall’Esecutivo Meloni, ha spiegato che il 2022 è stato un anno record per quanto riguarda il recupero dell’evasione. In totale sono stati recuperati 20,252 miliardi. Le riscossioni, nel 2022, sono state in totale 10,83 miliardi di euro. Di cui 9,17 miliardi derivano dalla riscossione ordinaria e 1,64 miliardi dalla “rottamazione ter”, altri 20 milioni dalla “rottamazione quater”.
Sempre nell’anno precedente, il gettito totale è salito a 509,6 miliardi, da 459,8 mld del 2021. Le dichiarazioni telematiche ammontano nel 2022 al 92,2% del totale, 600.000 le domande di rottamazione online. Vale invece 1.150 miliardi il magazzino delle cartelle. In merito, si è osservato che paradossalmente è più utile per la Pubblica Amministrazione valutare quando a quelle riscossioni va rinunciato, pensando però a sgravi compensatori per chi è stato ligio.
Ruffini ha poi evidenziato il calo di personale dell’Agenzia, scesa a 27.000 unità. Nonostante ciò si è riusciti a conseguire tali obiettivi e ha rilevato in futuro ci saranno i presupposti per assumere altri 11.000 elementi.
Secondo Giancarlo Giorgetti, con riforma fiscale, il cui testo arriva la prossima settimana in Cdm, ci sarà una graduale riduzione del carico tributario, rendendo più appetibili e attrattivi gli investimenti nel territorio nazionale. «Si può affermare che il patto sociale ha retto, anche in momenti molto difficili. Una consistente quota di cittadini e imprese ha continuato ad adempiere agli obblighi fiscali, anche nel pieno dell’emergenza, dando attuazione al principio costituzionale di solidarietà sociale, contribuendo pertanto al finanziamento delle attività di cura e tutela della collettività messe in campo dallo Stato», ha affermato il ministro in collegamento video.
Leo illustra gli obiettivi della riforma fiscale
Sui beni di prima necessità spunta l’ipotesi dell’iva a zero, che è contemplata anche dalle normative Ue. Ciò permetterebbe circa 300 euro di risparmi annui da una stima del Codacons. Per arrivarci comunque servirà un piano preciso, ha osservato Maurizio Leo, il quale ha esposto le principali prospettive della riforma fiscale, una Legge Delega. Tra i punti, la progressiva eliminazione dell’Irap e l’accorpamento dei piccoli tributi. La riforma non trascurerà l’importanza dei procedimenti: ad esempio un più semplice processo dichiarativo può già essere utile al sistema, al di là delle aliquote. E nel mese di agosto e dicembre si pensa di non mandare avvisi. Poi «cambiare verso all’accertamento». Ricorrendo anche a concordati preventivi biennali per le imposte sui redditi. Senza quindi accertamenti ulteriori per i due anni successivi all’intervento. Per le aziende più strutturate gli avvisi dovranno essere più cooperativi, snodando un “Tax control framework” che monitori il rischio fiscale e permettendo un più facile accesso agli interpelli, associato alla riduzione del termine degli accertamenti. L’Irpef dovrebbe ridursi a tre aliquote e l’Ires venire alleggerita se si fanno investimenti. Tali modifiche saranno sbloccate dalla revisione delle tax expenditures (cioè tutti quegli sconti quali detrazioni, deduzioni etc.), stando il più possibile all’interno dei parametri di bilancio europei, che potrebbero presto tornare stringenti, come fa pensare la comunicazione della Commissione Ue di ieri sugli orientamenti fiscali per il 2024. In sostanza, riformare con poco deficit.
La normativa internazionale
Il viceministro ha ricordato che il governo è subentrato proprio nel periodo in cui andava redatta la legge finanziaria, quando però la liquidità disponibile era scarsa viste le ripercussioni della crisi economica. Dunque la scelta è stata quella di alleviare le sanzioni senza rinunciare a incamerare, prevedendo norme che andassero a rivalutare gli asset. C’è però da considerare tutto il tema della fiscalità internazionale, a cui il governo via via si adatterà. «Dovremo attuare la Global Minimum Tax (una norma recepita a livello comunitario) che non scende sotto l’aliquota del 15%. Ma mirando a riportare in Italia gli utili delle società che hanno delocalizzato proponendo un’imposta sostitutiva. Leo ha anche annunciato che «sul versante internazionale ci adegueremo alle pronunce della Corte di Giustizia. Ad esempio relativamente al Gruppo Riva. Tuttavia le sanzioni vanno snellite, ne esistono ora cinque tipi». In programma un intervento semplificatorio anche sui materiali, cioè sui testi unici, per dare indicazioni più chiare e dinamiche.