Esteri
Caso Nord Stream, la Cina sostiene la risoluzione russa
Di Giampiero Cinelli
Sul fronte diplomatico, c’è una novità che non va trascurata: la Cina sostiene la bozza di risoluzione russa per un’indagine sulle esplosioni ai Nord Stream. Lo ha affermato il rappresentante permanente cinese presso l‘Onu Zhang Jun. «La Cina accoglie con favore la bozza di risoluzione presentata dalla Russia in Consiglio, e ritiene che sia di grande importanza autorizzare un’indagine internazionale sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream», ha detto. Il rappresentante ha inoltre spiegato che le sole dichiarazioni degli Stati Uniti sul loro non coinvolgimento nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 non sono sufficienti.
Come se non bastasse, un’ulteriore conferma della netta divisione in blocchi a cui stiamo assistendo e che è tornata evidente dopo lo scoppio del conflitto ucraino. Stavolta, però, il sostrato farebbe tremare i polsi a chiunque. Perché se Pechino e Mosca finissero per dichiarare ufficialmente, secondo le loro analisi, che a sabotare i gasdotti è stata la Nato o l’Ucraina, il livello dello scontro dovrebbe diventare ancora più aspro, oltre a rivelare un fatto eclatante: ossia che gli americani stessi potrebbero aver addirittura danneggiato infrastrutture sì russe, ma di grande utilità per gli alleati europei, pur di marcare una linea ulteriore tra l’ecosistema occidentale e quello eurasiatico. Mandando, tra le righe, un segnale alla Germania, che avrebbe dovuto usufruire del Nord Stream, e la cui forza economica, unita alla sua tendenza ad avere importanti relazioni con la Russia, ha sempre spaventato Washington. In verità, la tesi della responsabilità diretta degli americani è stata già avanzata in un’intervento del noto giornalista investigativo statunitense, nonché premio Pulitzer, Seymour Hersh. Hersh non è il solo oltreoceano che accusa il suo Paese, anche se questa posizione non è stata ancora accettata come verità ufficiale dal mondo mediatico.
La bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza Onu fa richiesta al segretario generale Antonio Guterres di istituire una commissione d’inchiesta internazionale per determinare gli autori del sabotaggio degli oleodotti Nord Stream 1 e 2. L’ambasciatore aggiunto di Mosca presso le Nazioni Unite Dmitri Polianski ha affermato che il testo dovrebbe essere sottoposto al voto la prossima settimana. In proposito si richiede che il segretario generale riferisca al Consiglio entro 14 giorni le raccomandazioni per l’istituzione della commissione indipendente.
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza, per essere valida, deve ottenere nove voti senza veti da parte delle altre quattro cosiddette grandi potenze (oltre alla proponente Russia, gli USA, il Regno Unito, la Francia e la Cina). Quindi non passerà, ma ha comunque un immenso valore in termini politici. E magari fa anche pensare che, nonostante un contesto di avversità quantomai rischioso, forse i fronti stanno cercando in tutti i modi di non dare il là all’espansione della guerra fino a farla diventare guerra mondiale.
Le autorità svedesi e danesi (siccome le esplosioni sono avvenute al confine tra i mari di Svezia e Danimarca) che stanno indagando sui presunti attacchi ai gasdotti che trasportano il metano dalla Russia all’Europa centrale, avevano fatto sapere che erano state rinvenute tracce di esplosivo. Non si sa ancora quando e soprattutto se i gasdotti potranno essere riparati. Per ora sono state fatti solo alcuni preventivi.