Quali sono le migliori Università italiane pubbliche e private dove andare a studiare per poi trovare facilmente lavoro? Ogni anno il Censis stila la classifica degli Atenei italiani, e puntualmente scattano le polemiche, soprattutto da parte dei Rettori che si trovano in zona retrocessione, anche se la Serie B non esiste. Nel mese di luglio l'alta formazione italiana si concentra molto più sull'arbitro (in questo caso il Presidente Censis, Giuseppe De Rita) che sulla prestazione della propria squadra.
Ma lasciamo stare le polemiche. Qui potete trovare le classifiche generali e per categorie: mega Università (quelle con più di 40mila iscritti), grandi Università (da 20 a 40mila), medie (da 10 a 20mila) e piccole (fino a 10mila).
C'è un punteggio generale per ogni Ateneo e anche per categoria (borse di studio, comunicazione, internazionalizzazione, servizi, strutture, occupabilità). Lasciamo ai ragazzi che hanno appena finito gli esami di maturità studiare la categoria di maggiore interesse, ma da genitori ci siamo concentrati sul frutto sperato di ogni percorso accademico: il lavoro.
The Watcher non ha badato alle dimensioni dell'Ateneo, perciò abbiamo rielaborato i dati Censis come dovessimo iscriverci all'Università con l'unica seria intenzione di trovare poi più facilmente lavoro, a prescindere dalla Facoltà scelta.
Questa la classifica delle migliori Università italiane statali (la voce occupabilità non era disponibile per quelle private fotografate dal Censis) in termini di "occupabilità":
– Modena e Reggio Emilia (punti 107)
– Verona (104)
– Insubria (102)
– Milano Bicocca (101)
– Pavia (98)
– Genova e Roma Tor Vergata (97)
– Firenze (93)
– Bologna (92)
– Roma La Sapienza (90)
Prima inevitabile nota geografica: tra i migliori Atenei per occupabilità non ce ne è neanche uno sotto la Capitale. Anche in termini di offerta formativa, purtroppo, il divario Nord/Sud è ancora molto evidente.
Seconda considerazione: nelle prime 6 posizioni 4 sono Atenei della Lombardia. E al tempo del Covid19 questa ci sembra un'ottima notizia.
Paolo Bozzacchi
photo credits: Erasmusu