Salute

Cambiamento climatico e salute mentale. Cosa sappiamo fino adesso

15
Febbraio 2023
Di Giuliana Mastri

È nuvoloso e mi sento triste, sarà che sono meteoropatico. Magari il problema fosse solo questo. A denotare, nei casi più seri, un disturbo affettivo stagionale, o soltanto una certa spiccata insofferenza. Si sta incominciando a parlare invece di una nuova sfera complessa che la psichiatria dovrà esaminare, ovvero quella dei problemi di salute mentale connessi al cambiamento climatico.

L’ambito necessita ancora di molti studi, tuttavia già del materiale importante è stato prodotto e le organizzazioni non governative suonano l’allarme. L’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, scrive che il rapido incremento del mutamento ambientale pone seri problemi di salute mentale, legati a stress, ansia, depressione fino anche ai comportamenti suicidari. Un aspetto da sottolineare, spiega L’IPCC, è che questi effetti non sono equamente distribuiti tra la popolazione e colpiscono maggiormente in base alla condizione sociale, il sesso, l’età. Concentrandosi però particolarmente sulla fascia composta da bambini e giovani.

Il mutamento ambientale impatta su molti dei principali fattori che già stanno determinando l’allargarsi della sofferenza mentale a livello globale. Un sondaggio dell’OMS del 2021, ha rilevato che su 95 paesi solo 9 hanno finora incluso la salute mentale e il supporto psicosociale nei loro piani nazionali per la salute, anche pensati sul cambiamento climatico. Si stima che nel mondo ci sia circa un miliardo di persone che soffre di patologie mentali e nei paesi a reddito medio-basso tre su quattro di loro non hanno accesso ai servizi di cui avrebbero bisogno.

Il momento di integrare nei programmi di intervento psicologico il lavoro sugli effetti del climate change è arrivato. Lo consiglia l’Onu. Che propone anche di considerare il supporto mentale nelle campagne d’attivismo, espandere tale impegno su un piano globale, sviluppare un approccio basato sulla comunità per ridurre le vulnerabilità, ridurre il gap di finanziamenti di cui soffre la branca della salute mentale e del supporto psicologico.

SOS minori

In uno studio del 2018 intitolato “The Psychological Effects of Climate Change on Children” (Burke, Sanson, Van Hoorn) si evidenzia come in particolare nei minorenni gli effetti appaiano nocivi. I ragazzi sviluppano preoccupazione, degenerando, oltre che nelle classiche patologie sopra elencate, nei disordini del sonno, nelle fobie, in problemi nelle relazioni familiari, nell’abuso di sostanze. In alcuni casi è osservabile addirittura un disturbo da stress post-traumatico. Quello per intenderci che si nota in seguito a un incidente aereo o un terremoto a cui si è sopravvissuti.

Come agisce questo stress

E infatti vediamo tutti che sono proprio gli adolescenti ad essere più sensibili al tema climatico. In buona parte un ruolo lo gioca la loro continua esposizione a questi temi, di cui si parla a scuola. E dove viene spesso ricordato che “c’è poco tempo”, “rimangono solo trent’anni per salvare il pianeta” (forse dovremmo interrogarci sull’opportunità di certi messaggi rivolti ai più piccoli). Ma generalmente le nuove generazioni sembrano provare passione per certe tematiche. Il contraccolpo però è inevitabile per le menti più fragili e immature, ma lo è e lo sarà anche per i più grandi. I due versanti da osservare, in tutte le fasce d’età, sono gli effetti diretti e gli effetti indiretti. Quelli diretti sono correlati agli agenti tossici e patogeni in eccesso, che verrebbero sprigionati in una situazione di mutamento ambientale non governato. Mentre gli effetti indiretti sulla salute mentale hanno a che fare con la gestione emotiva e psicologica di un futuro incerto e pericoloso, che già era tale per i fattori economici e geopolitici, ma che ora potrebbe causare danni anche fisici, per via degli squilibri a cui si va incontro. E poi permane, alla base, una delle paure ataviche dell’essere umano, quella relativa alla trasformazione del suo habitat, all’impossibilità di gestire una situazione che non è più la stessa. Insomma l’elemento della caducità della vita si ripropone oggi dopo anni di abbondanza, crescita e benessere. Ricordandoci che al mondo sono sempre esistite e sempre esisteranno possibili carestie e catastrofi.