Economia

Recovery Fund: siamo tutti Paesi frugali

27
Giugno 2020
Di Redazione

Frugale a chi? La vera novità del Recovery Fund è che per la prima volta non si tratta solamente di aiuti sotto forma di prestiti. Il Piano Next generation EU prevede un bazooka da 500 miliardi di euro di finanziamenti a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti. Il che significa che per due terzi genererà debito e favorirà un pò di più i Paesi in maggiore difficoltà a causa del Covid19, come l'Italia e la Spagna. L'Unione europea sulla carta ha scelto la solidarietà, che ne è uno dei principi fondanti.

Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca (definiti Paesi frugali) però hanno puntato i piedi. Non vogliono indebitarsi per nome e per conto di Paesi che da decenni spendono più di quanto incassano e hanno in pancia molti ma molti più pensionati e disoccupati che lavoratori. Insomma, niente regali. Magari prestiti. E se è un prestito, addio solidarietà.

C'è un tratto che accomuna Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca. Tutti questi Paesi versano all'Unione europea più di quanto ricevono. Trattasi di contribuenti netti con giustificato diritto alla richiesta. Non solo. In tutti questi Paesi c'è un forte senso di solidarietà nei principi costituzionali che li muovono singolarmente. Ed è la solidarietà verso i Paesi più colpiti dalla pandemia (Italia e Spagna) che dovrebbe favorire il buon esito della trattativa.

Ha ragione il ministro dell'Economia slovacco, Richard Sulik, quando dice: "L'Italia produce il maggior debito e fa il minor numero di riforme". Poi precisa il suo pensiero: gli aiuti del Recovery Fund a Roma non serviranno per introdurre le riforme necessarie. Lo precisa perché la Slovacchia fa parte di quel gruppo di Paesi per convenzione definiti blocco di Visegrad che rappresentano il terzo giocatore al tavolo della trattativa, insieme con Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Questi Paesi sono preoccupati che il Recovery Fund possa mettere a rischio gli importi dei fondi europei che li foraggiano da anni. Sono anch'essi, dunque, tatticamente frugali. E poco solidali.

Il Ministro per le Politiche UE, Vincenzo Amendola è stato chiaro: "Valuteremo il pacchetto nel suo complesso, ma non potremo accettare compromessi al ribasso. La proposta della Commissione è già un punto di equilibrio tra le diverse visioni europee su come affrontare la crisi. Riteniamo necessario conservare questo quilibrio di base della proposta Next Generation". 

Il punto nodale nella trattativa italiana per portare a casa gli aiuti del Recovery Fund stavolta è soprattutto convincere i Paesi frugali che l'Italia non è un Paese altrettanto frugale perché sfrutta la pena degli altri causa il fatto di essere stata la principale vittima del Covid19. 

A quanto pare in Europa siamo tutti Paesi frugali. Dovremmo diventare almeno frugali-solidali.

 

Paolo Bozzacchi

 

 

photo credits: Il Primato Nazionale

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