Consumi indietro di 20 anni. Con un crollo stimato pari al 4% nel primo trimestre del 2020 i consumi degli italiani tornano indietro a valori dei primi anni 2000. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sulla spesa delle famiglie italiane nel 2019. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di tendenze che evidenziano lo tsunami nei consumi provocato dall'emergenza Coronavirus con la crisi di molte attivita' produttive che ha drasticamente ridotto le disponibilita' economiche delle famiglie italiane. Il risultato e' una diminuzione delle vendite al dettaglio del 26,3% in valore con punte massime per calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-90,6%), mobili, articoli tessili e arredamento (-83,6%), abbigliamento e pellicceria (-83,4%) e giochi, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-3,5%) e le vendite dei beni alimentari aumentano (+6,1%) secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al mese di aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Con l'emergenza – sottolinea la Coldiretti – aumenta il peso dei consumi alimentari che rappresentano la seconda voce di spesa nei budget delle famiglie dopo l'abitazione. Fermare le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessita' per difendere la capacita' degli italiani di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori deve essere – sostiene la Coldiretti – un obiettivo prioritario del Paese. E' fondamentale – sottolinea Coldiretti – garantire la stabilita' dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranita' alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali. Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori – denuncia la Coldiretti – non coprono piu'' neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti in una situazione in cui quasi 4 aziende agricole su 10 (37%) secondo l'indagine Coldiretti/Ixe' registrano un deciso calo dell'attivita'. In gioco c'e' un sistema di 730mila imprese che garantisce all'Italia il primato agricolo in Europa per valore aggiunto e qualita'. Se e' vero che l'agricoltura sta tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si puo' negare che molte filiere siano in profonda difficolta' dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidita' ma – conclude la Coldiretti – anche realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilita' della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto "equo", basato sugli effettivi costi sostenuti.