Lavoro
Decreto Rilancio, ecco le misure della Fase 2 previste per il lavoro
Di Redazione
Sono 55 i miliardi di euro a sostegno di imprese, artigiani, commercianti, professionisti, lavoratori e famiglie contenute nel Dl Rilancio in materia di lavoro e che hanno l’obiettivo di fornire una boccata d’ossigeno ai datori e ai lavoratori durante le varie Fasi dell’emergenza.
Diverse sono le misure approntate in questo settore. In particolare, si prevede il Reddito di Emergenza, una misura straordinaria, prevista per due mesi, da 400 a 800 euro, di sostegno a famiglie in condizioni di difficoltà economica a seguito dell’emergenza Covid-19. Le domande dovranno essere presentate all’INPS esclusivamente per via telematica entro il 30 giugno, secondo i criteri: residenza italiana, reddito familiare inferiore al REM spettante, patrimonio mobiliare sotto i 10 mila euro (fino a un massimo di 20 mila euro, in base al nucleo familiare e alla presenza), ISEE sotto i 15 mila euro.
Nel caso di misure di blocco dei licenziamenti per ulteriori cinque mesi, così come contenute nel provvedimento, alle Regioni e alle Camere di Commercio è concessa la possibilità di erogare sovvenzioni dirette con l’obiettivo di preservare l’occupazione e sostenere i costi delle imprese (compresi i lavoratori autonomi). L’ammontare potrà arrivare fino all’80% della retribuzione mensile lorda (compresi i contributi previdenziali a carico del datore di lavoro) del personale beneficiario, per un periodo non superiore a 12 mesi.
Viene inoltre prorogata la Cassa integrazione per ulteriori nove settimane, con riferimento al periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 agosto 2020, permettendo alle imprese – che abbiano momentaneamente fruito di tutte e nove le settimane precedentemente concesse – di accedere a ulteriori cinque settimane. Un ulteriore periodo di quattro mesi, per i periodi che vanno dal 1° settembre 2020 al 31 ottobre 2020, viene concesso alle imprese dei settori turismo, fiere e congressi, parchi divertimento, spettacoli dal vivo e cinema. Potranno invece accedere alla proroga di quattro settimane soltanto le imprese che abbiano esaurito i periodi di Cassa previsti dal 23 febbraio al 31 agosto (quattordici settimane).
A seguito delle numerose critiche sulle lungaggini nei contributi erogati da parte dell’INPS e nell’evasione poco tempestiva delle prime domande, il Decreto Rilancio introduce una corsia “veloce” per le imprese che beneficiano degli ammortizzatori sociali con pagamento diretto da parte dell’Istituto di previdenza. Per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, al fine di velocizzare le procedure, il provvedimento stabilisce la possibilità per i datori di lavoro di anticipare il trattamento finora corrisposto dall’INPS con una procedura, di competenza, in precedenza, anche delle Regioni.
Autonomi, professionisti e Partite Iva
Un particolare riferimento va rivolto, alla disciplina dei bonus destinati ai lavoratori autonomi, liberi professionisti e partite Iva. Il decreto prevede un bonus di 1.000 euro per partite IVA, autonomi e liberi professionisti iscritti alla gestione separata dell’INPS che abbiano subìto una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020, rispetto al reddito del secondo bimestre 2019. Il bonus sarà erogato anche ai titolari di contratti co.co.co. iscritti alla gestione separata dell’INPS che abbiano cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto ed esteso anche ai lavoratori stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali.
Un’indennità di 600 euro sarà corrisposta poi, per i mesi di aprile e maggio, ai lavoratori dipendenti autonomi non coperti da altre tutele e che, a causa del Coronavirus, abbiano cessato, ridotto o sospeso l’attività o il rapporto di lavoro (lavoratori dipendenti stagionali, lavoratori intermittenti, lavoratori autonomi, privi di partita IVA, incaricati alle vendite a domicilio), compresi i lavoratori iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo.
Smart working
Con la pandemia, lo smart working è divenuto ordinario e il provvedimento interviene anche in questo settore. Per l’intero periodo d’emergenza, è previsto che i datori di lavoro del settore privato comunichino al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in via telematica, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità smart working, attraverso l’apposita documentazione online.
La possibilità di ricorrere al lavoro agile è prevista, inoltre, ai genitori lavoratori dipendenti del settore privato con almeno un figlio a carico minore di 14 anni, a condizione che la modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito – nei casi di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa – o che non vi sia un genitore non lavoratore.
Infine, per i datori di lavoro pubblici e privati, la modalità di lavoro agile potrà essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato fino alla cessazione dello stato di emergenza e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2020.
Articolo di Vanessa Gloria pubblicato su Il Giorno Dopo