Potenziare e riorganizzare la rete ospedaliera e quella assistenziale e supportare le attività di sorveglianza attiva. Sono queste le misure principali in ambito sanitario contenute all’interno del Decreto Rilancio – approdato questa settimana alla Camera per l’avvio dell’iter di conversione in legge – e per le quali il Governo ha previsto di stanziare 3,2 miliardi di euro per il 2020. La conferma del fil rouge che lega i provvedimenti governativi degli ultimi tre mesi, orientati al sostegno e al rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Nel dettaglio, il testo prevede in primis un’accelerazione per la definizione delle misure delineate dal Nuovo Patto per la Salute per lo sviluppo di servizi di prevenzione e di supporto alle reti territoriali, mentre le Regioni sono chiamate a predisporre specifici piani regionali di potenziamento dell’offerta sanitaria da recepire nei Piani operativi per la gestione dell’emergenza Covid-19. Tra gli obiettivi dei piani regionali: il potenziamento del sistema di accertamento diagnostico, di monitoraggio e di sorveglianza dei contagiati da Covid-19 e una gestione tempestiva dei pazienti.
Le misure contenute all’interno del Dl Rilancio prevedono poi l’autorizzazione delle spese per la requisizione in uso di immobili destinati a pazienti in sorveglianza attiva e in isolamento, l’implementazione di servizi di assistenza domiciliare integrata, il reclutamento di 9.000 infermieri, oltre a incentivi per i medici di medicina generale che si avvarranno del personale infermieristico. E ancora: l’introduzione di una nuova figura – quale quella dell’infermiere di famiglia o di comunità (per sostenere lo sviluppo delle capacità personali e per potenziare le risorse disponibili nelle comunità) – e l’istituzione e il potenziamento delle centrali operative regionali, fondamentali per il monitoraggio dei soggetti in quarantena.
Il Dl Rilancio rafforza, inoltre, la rete ospedaliera attraverso uno specifico piano di riorganizzazione. In particolare, è previsto l’aumento strutturale dei posti letto di terapia intensiva (almeno +3.500, cioè +70% rispetto a quelli esistenti nel periodo pre-pandemia) e di area semi-intensiva (convertibili per il 50% in posti di terapia intensiva in base all’andamento della curva pandemica), l’incremento della dotazione di mezzi di trasporto dedicati ai trasferimenti secondari dei pazienti e il consolidamento di percorsi separati di accesso e cura per i contagiati da Covid-19 all’interno delle strutture sanitarie. Inoltre, le misure prevedono un incremento di disponibilità di ulteriori 300 posti letto fino al 31 dicembre di quest’anno da distribuire in quattro strutture movimentabili e da ripartire in aree individuate dalle varie Regioni. Per un totale complessivo di posti letto in terapia intensiva in Italia che arriva a oltre 11.000 unità, +115% rispetto alla disponibilità nel periodo precedente alla diffusione del virus.
Per qaunto riguarda i medici specializzandi, il provvedimento incrementa l’autorizzazione di spesa relativa alle borse di studio (circa +100 milioni all’anno, dal 2020 al 2024) e prevede la durata di 6 mesi per gli incarichi individuali a tempo determinato (e non di un anno), prorogabili, nel caso in cui lo stato di emergenza duri fino al 31 dicembre 2020.
Sul fronte delle ricette mediche, il provvedimento prevede che, per tutto il periodo di emergenza sanitaria, vi sia una proroga di 30 giorni della validità delle prescrizioni relative ai farmaci essenziali e per le malattie croniche, i cosiddetti farmaci di Fascia A20, rimborsati interamente dal SSN.
Viene poi fatto un passo avanti dal punto di vista dell’innovazione: si prevede un potenziamento dell’infrastruttura del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), esteso anche alle prestazioni erogate al di fuori del SSN. Inoltre, vengono istituiti l’Anagrafe Nazionale dei consensi e relative revoche e l’Indice Nazionale dei documenti del FSE e viene abrogata la necessità del consenso dell’assistito per la sua realizzazione. Infine, attraverso il portale nazionale, potranno accedere direttamente online al Fascicolo assistiti e operatori sanitari autorizzati.
Il Dl Rilancio prevede poi un sostegno economico anche per il Fondo per le emergenze nazionali (FEN), aumentandone la dotazione a 1,5 miliardi per quest’anno: 1 miliardo di queste risorse è destinato all’ulteriore finanziamento degli interventi di competenza del Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, Domenico Arcuri, che potrà ricevere le somme raccolte tramite donazioni liberali e destinarle, tramite il Dipartimento di Protezione civile, per il pagamento delle spese relative all’acquisizione di farmaci e di dispositivi di protezione individuale.
Infine, in materia di sicurezza, il provvedimento proroga fino al 31 luglio l’impiego di 253 unità di personale militare per l’operazione “Strade sicure” e integra – fino al termine dello stato di emergenza – con ulteriori 500 unità le Forze armate a disposizione dei Prefetti, al fine di garantire il rispetto delle misure di contenimento anche nella Fase 2. Autorizza, infine, spese per le prestazioni di lavoro straordinario delle Forze di polizia e per le attrezzature e i dispositivi di protezione dei Vigili del fuoco, per la sanificazione e la predisposizione di una ripresa dell’attività lavorativa “ordinaria” del personale delle Prefetture e per la sottoscrizione, da parte del Ministero dell’Interno, di una polizza assicurativa per il personale appartenente all’Amministrazione civile dell’interno.
Articolo di Fabiana Nacci pubblicato su Il Giorno Dopo