Salute
Covid Cina: il punto sulle riaperture, dalla variante Kraken al vaccino cubano (sicuro)
Di Simone Zivillica
Sono passati esattamente tre anni dal primo caso di Covid annunciato al mondo dalla Cina. Oggi, sempre la Cina riapre al mondo e torna a essere protagonista sancendo l’inizio della sua fase post-pandemia, anche se ha smesso di comunicare i nuovi contagi da quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha interpellato il paese asiatico per avere quanti più dettagli possibile sulla situazione in essere. Richiesta, questa, quanto mai oculata visti i dati arrivati in occidente nelle ultime settimane. Se, infatti, a fine dicembre si contavano circa 250 milioni di casi in un mese in Cina – numeri che hanno fatto chiudere tutta la nazione provocando anche serie e frequenti proteste da parte della popolazione – oggi la situazione sembra essere tornata sotto controllo. Da segnalare, però, che la minaccia di nuove varianti è sempre incombente, soprattutto all’alba del capodanno lunare cinese, occasione in cui milioni di persone si sposteranno sia internamente che all’estero.
Proprio da qui nasce la preoccupazione di Matteo Bassetti, ordinario del reparto malattie infettive dell’ospedale di Genova, che intervenendo nel programma Largo Chigi di The Watcher Post degli Utopia Studios di Roma ha sottolineato, commentando la situazione Covid in Cina, un elemento rilevante sia a livello politico che sanitario. «Credo che tutto debba avvenire in sicurezza. […] Non aver imparato nulla dagli anni della pandemia nelle sue fasi più intense sarebbe una cosa gravissima, e bene ha fatto il Ministro Schillaci a istituire l’obbligo di controllo tramite tampone per chi arriva dalla Cina. Ovviamente dovrebbe essere una misura presa a livello europeo, in quanto possiamo mappare e controllare chi arriva direttamente dalla Cina ma i casi sono pochi rispetto a quelli che arrivano tramite triangolazioni con vari aeroporti europei».
Ecco, a inizio 2020 è cominciata proprio così, ed è “dovere dei decisori politici a livello internazionale ed europeo – parafrasando il dottor Bassetti – prendere atto di cosa si è imparato in questi anni di pandemia”. A fargli eco c’è Walter Ricciardi, professore di Igiene all’Università Cattolica di Roma, che avanza l’ipotesi di una necessità ancor più allargata di controllare chi transita nel nostro paese. «Sarebbero utili i tamponi anche per chi arriva dagli Stati Uniti [dove si sta sempre più diffondendo la variante Kraken della Sars-Covid-2, ndr]. Non dobbiamo vedere i test come un tabù. Non è un fatto politico ma uno strumento di sorveglianza che va usato in maniera sistematica. È chiaro che i Paesi principalmente coinvolti da questa fase epidemica del Covid sono gli Stati Uniti e la Cina. Mi sembra giusto, quindi, testare in entrambi i casi, senza che questo diventi un caso politico» ha chiarito Ricciardi in un’intervista con l’AdnKronos.
In Italia, intanto, continua a scendere il tasso dei contagi. Secondo la rete Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, infatti “si registra un -9% di contagio in questa settimana rispetto alla settimana scorsa. I posti letto degli ospedali sono occupati per il 43% da malati di Covid, di cui il 79% è vaccinato da almeno sei mesi e presenta un’età media di 76 anni o ha altre patologie”. Proprio in merito al tema vaccini, sempre Bassetti è intervenuto sul suo profilo Facebook commentando la notizia che il vaccino cubano Soberana 2 è sicuro come gli altri: “Il vaccino cubano efficace come quelli a mRna. Una opportunità in più se sarà approvato per chi non può o non vuole fare altri vaccini. Cosa diranno ora i no-vax?”.