Il Consiglio dei Ministri di ieri ha approvato un decreo-legge in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Il provvedimento, che nasce con l’obiettivo di mettere in sicurezza la rete 5G e le infrastrutture più sensibili e cruciali del nostro Paese, istituisce un perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e prevede misure idonee a garantire standard elevanti di tutela dei sistemi informativi e dei servizi informatici della pubblica amministrazione.
Il testo quindi integra quanto già previsto dalla normativa in materia di cd. Golden power (esercizio di poteri speciali da parte del Governo) al fine di avviare un controllo degli investimenti esteri anche sulle infrastrutture e tecnologie critiche, che fino ad oggi erano escluse dall’applicazione di tale quadro di misure.
Tra le principali novità del testo quindi vi è anzitutto la possibilità per il Governo di definizione delle finalità del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e le modalità di individuazione dei soggetti che vi rientrano. In secondo luogo, così come si legge dal comunicato stampa del Governo, si prevede l’istituzione di un meccanismo “teso ad assicurare un procurement più sicuro per i soggetti inclusi nel perimetro che intendano procedere all’affidamento di forniture di beni e servizi di information and communication technology (ICT) destinati a essere impiegati sulle reti, sui sistemi e per i servizi rilevanti”.
Inoltre, l’esercizio del Golden power viene esteso “alle reti, ai sistemi informativi e ai servizi strategici di comunicazione a banda larga basati sulla tecnologia 5G sia effettuato previa valutazione degli elementi indicanti la presenza di fattori di vulnerabilità da parte dei centri di valutazione individuati dalla nuova normativa e, con riferimento alle autorizzazioni già rilasciate ai sensi del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, la possibilità di integrare o modificare le misure prescrittive già previste alla luce dei nuovi standard.”
Il provvedimento, che sarà pubblicato nelle prossime ore in Gazzetta ufficiale, dovrà poi passare l’iter di conversione in legge da parte del Parlamento, dove era già posto il tema attraverso un disegno di legge, il cui esame però non è mai entrato nel vivo.
Fabiana Nacci