Politica

Meloni divide i sindacati. Cgil e Uil in piazza contro la manovra. La Cisl no

07
Dicembre 2022
Di Giuliana Mastri

Tra i sindacati confederati e il governo Meloni fatica ad esserci sintonia. Il vertice di oggi che il premier ha svolto con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl è stato preceduto da una cabina di regia ed è durato due ore e mezza. Il tempo giusto per avanzare tante proposte, che la leader di Fratelli d’Italia ha reputato «sensate», pur facendo capire che l’Esecutivo si è mosso all’interno delle possibilità di cassa, che impongono scelte precise.

Il confronto c’è stato essenzialmente sull’indicizzazione delle pensioni, su opzione donna, sul cuneo fiscale. E la richiesta, appunto in un momento così difficile, è stata quella di limitare la rivalutazione delle pensioni più alte a favore di quelle più deboli, migliorando i criteri di accesso a opzione donna e al congedo parentale anche per i papà. Sul cuneo fiscale i sindacati ritengono che l’intervento sia insufficiente, mentre invece troppo viene concesso agli autonomi con la flat tax.

LA DIVISIONE DEI INDACATI SUGLI SCIOPERI
«Noi abbiamo confermato il nostro giudizio negativo sulla manovra – ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini –. Per quello che ci riguarda è necessario proseguire la mobilitazione che abbiamo messo in campo e richiedere delle modifiche profonde di una manovra che in realtà rischia di impoverire ancora di più il mondo del lavoro che è quello che ha tenuto in piedi questo paese anche durante la pandemia». Chiaro ormai che la Cgil abbia la sua sponda nell’opposizione, precisamente quella del M5S. Landini ieri ha visto Conte, concordando iniziative comuni contro il superamento del reddito di cittadinanza e per l’aumento dei salari attraverso una decontribuzione del 5%. Una proposta è anche quella di rivedere le aliquote in base all’inflazione ma con una pressione maggiore sui redditi alti. E i voucher fanno storcere il naso.

La Cisl ha chiesto «profonde modifiche». Il leader Luigi Sbarra ha apprezzato le aperture del Governo, annunciando che andrà avanti per tavoli tematici, senza scioperi: «Il 16 di gennaio ci sarà un tavolo al ministero del Lavoro su lavoro e sicurezza. Il 19 gennaio partirà il confronto politico sul sistema della previdenza e delle pensioni. Nello stesso mese anche un tavolo su politica industriale e aiuti e imprese al ministero delle Imprese. Ed il ministro Giorgetti a inizio anno convocherà un confronto su come rafforzare la tassazione sugli extraprofitti». I salari sono ora la grande questione. Infatti Pierpaolo Bombardieri della Uil è uscito con l’amaro in bocca: «Non c’è risposta all’emergenza dei salari e delle pensioni. Avevamo chiesto di detassare la tredicesima, di detassare gli aumenti contrattuali e in manovra non c’è nessuna misura. C’è un intervento sul cuneo fiscale, ma parziale, secondo noi è insufficiente», ha affermato, confermando l’intenzione di scioperare.

Diverso il parere di Ugl: «Bene le misure contro il caro energia. Va migliorato l’accesso a Opzione donna, con l’eliminazione delle condizionalità. Dal governo abbiamo avuto assicurazioni sull’uso del voucher in un determinato perimetro», ha spiegato il segretario generale Paolo Capone.

MELONI NON TRABALLA
Il premier Giorgia Meloni ha replicato, difendendo la linea di Palazzo Chigi: «Abbiamo deciso di aiutare chi non ce la faceva ma abbiamo dovuto operare delle scelte. Sarei felicissima di poter fare tutto». Meloni ha assicurato che su opzione donna saranno fatte altre valutazioni, così sulle soglie per gli interventi pensionistici. Il premier condivide l’accento sul taglio del costo del lavoro, e ha detto di auspicare maggiori azioni se saranno possibili. Mentre in merito alla detassazione degli aumenti contrattuali: «Faremo le quantificazioni perché è opportuno costruire un condizionamento, un legame con le aziende sulla base di comportamenti virtuosi». E poi la fermezza sulla flat tax e tetto al contante: «Non introduce alcun discrimine. Non penalizza i lavoratori dipendenti». Apertura più evidente invece sui voucher, che anche la Meloni non vuole siano uno strumento iniquo e sui quali ci sarà attenzione.

Molto probabile che per le eventuali modifiche verrà formata una cabina di regia ad hoc che faccia da cinghia di trasmissione con le Commissioni e l’Esecutivo.