Cultura
Airlite, quando l’innovazione incontra la sostenibilità e insieme creano arte
Di Daniele Bernardi
D’ora in avanti sarà ancora più labile il confine tra un vandalo e un’attivista. La prossima volta che vedrete un ragazzo fare un murale per strada, infatti, pensateci prima di cacciarlo o di chiamare le autorità: potrebbe farlo per salvare l’ambiente. Si tratta dei murales antismog.
Il più grande murale antismog d’Europa è Hunting Pollution dello street artist milanese Iena Cruz: un airone con in bocca un pesce sopra un barile di petrolio guarnito di vegetazione e da cui emergono dei tentacoli, la natura che si riappropria dell’ambiente. Un’installazione di circa 1.000 metri quadrati che occupa un intero angolo del palazzo a Roma, nel quartiere Ostiense. L’opera è stata realizzata con una speciale vernice che la rende in grado di ripulire l’aria come farebbe un bosco di 30 alberi.
Si tratta di Airlite, una produzione italiana in grado di trasformare alcuni dei principali agenti inquinanti che si trovano in città, riducendo l’inquinamento del 90%. Per pulire ha bisogno solo di aria e luce, come spiegano sul sito web di Advanced Materials (azienda produttrice di Airlite), la loro vernice funziona “utilizzando una tecnologia a semiconduttore genera delle cariche elettriche sulla superficie della parete. Queste cariche elettriche si combinano con il vapore acqueo e l’ossigeno presenti nell’aria generando degli ioni negativi che neutralizzano gli inquinanti presenti nell’aria, una volta che questi vengono in contatto con la parete”. Non solo smog ma elimina anche virus e batteri (fino all 99%) e riflette il calore del sole, permettendo di risparmiare sul raffreddamento delle abitazioni.
Sebbene il più grande, quello di Roma non è l’unico murale con questa peculiarità: nel Sud Italia, il più grande è #UnlockTheChange, un’opera di Zed1 che rappresenta un bambino che, da un mondo grigio e inquinato, è intento ad aprire un portone da cui fuoriescono tutti i valori legati all’ecologia. Il murale si trova a Fuorigrotta, in Campania, ed è in grado di assorbire una quantità di smog pari a quella prodotta da 79 automobili.
Quello dell’ambiente è ovviamente un tema ricorrente in questi murales, spesso prodotti proprio in occasione di eventi importanti per il nostro Pianeta, come il Global strike for future di Matteo Brogi. Un’opera realizzata nel cuore del quartiere San Lorenzo a Roma proprio in occasione dello sciopero per il Clima, iniziativa lanciata in tutto il mondo da Greta Thunberg e la sua associazione Fridays for Future, del 15 marzo 2019. Il disegno raffigura un orso polare con in mano un cono gelato al gusto Terra: la pallina di gelato infatti è rappresentata dal nostro pianeta, che via via si scioglie a causa del riscaldamento climatico.
Lo sforzo più grande proviene però da Padova, dove, in occasione del Festival Super Walls sulla Street Art, sono stati prodotti murales per una superficie complessiva di oltre 2.000 metri quadrati, uno sforzo che, complessivamente, assorbirà l’equivalente di inquinamento prodotto da oltre 150.000 automobili in un anno.
Altra piazza importante in Italia per i murales antismog è Milano. Nel capoluogo lombardo si trovano tre importanti opere prodotte con la vernice in grado di assorbire gli agenti inquinanti presenti nelle nostre strade. Il primo è Inception as the beginning of an idea or a concept, realizzato da Camilla Falsini in Corso Garibaldi. Il murale rappresenta delle figure geometriche che vanno via via a formare verso l’alto una figura mitologica che emerge dall’acqua (rappresentata da una linea ondulata) mentre sullo sfondo si intravede una vegetazione.
A questo primo murale, segue Anthropoceno, di Iena Cruz (lo stesso di “Hunting Pollution”), in cui un pozzo petrolifero fuoriesce da un enorme boccione dell’acqua mentre, tutt’attorno, nuotano enormi pesci e mammiferi marini. Ad aprile 2022 poi, gli artisti Federico Zenobi e Nicola Canarecci hanno realizzato Protect the E(art)h: un’opera che racconta l’impatto dell’inquinamento sui nostri mari attraverso la raffigurazione di una barriera corallina abitata da alcuni pesci colorati e il volto di una statua sovrastato solo dalla scritta che risuona come un monito “PROTECT”.
Ma non solo l’Italia. L’invenzione italiana di Airlite ha fatto il giro del mondo e ad oggi è possibile trovare murales prodotti con vernice antismog in Romania, Polonia, Filippine e molti altri paesi. Il collettivo artistico Yourban2030, coautori di Hunting Pollution, è sbarcato anche oltreoceano, proseguendo nella propria missione di facilitare l’Agenda2030. È anche per questo che le Nazioni Unite hanno inserito Airlite tra le quattro tecnologie più efficaci al mondo nella lotta all’inquinamento.
Come ha affermato Massimo Bernardoni, CEO e inventore di Airlite: “L’idea è nata da un sogno, quello di riuscire a trasformare le nostre case in un grande purificatore d’aria autonomo. Da qui lo studio su quale potesse essere la base migliore da utilizzare per combattere l’inquinamento dell’aria, un tema che vent’anni fa era poco sviluppato e conosciuto. La sfida più grande era quella di creare un prodotto in grado di purificare l’ambiente senza l’uso di energia ed elevati costi di manutenzione. Dopo anni di ricerche nel campo della fotosensibilità abbiamo scoperto che potevamo creare una pittura in grado di fare tutto questo. Quel giorno, l’idea che sognavamo, ha fatto il suo ingresso nel mondo, con il nome di Airlite.“