L'effetto-sardine ha contato. E anche molto. E' stato funzionale a riportare alle urne emiliano-romagnole tutto l'elettorato di sinistra disaffezzionato dall'establishment locale. E ha permesso la vittoria di Bonaccini.
Serve sempre un nemico comune. L'italiano medio va più volentieri a scomodare la propria Domenica quando vota contro piuttosto che a favore. E allora quale miglior nemico comune di Matteo Salvini?
L'affluenza quasi doppia rispetto al passato (67%) racconta in dettaglio la vittoria piuttosto netta di Bonaccini, contro una Bergonzoni di rincorsa sin dall'inizio della campagna elettorale in un territorio tradizionalmente di sinistra. Avesse vinto la Leghista sarebbe stata una vittoria fuori casa troppo importante per non far parlare di corsa scudetto anche a livello nazionale.
E invece è stata sconfitta onorevole, visto che la Lega ha fatto registrare oltre il 30% di consensi nella più ostica regione d'Italia dove andare a recuperare consenso.
Nota a margine (anche in Calabria) la prevista estinzione o quasi del Movimento 5 Stelle che a questo punto non ha più bisogno di uno scossone, serve una rivoluzione interna per sopravvivere.
L'esito delle regionali allunga il brodo del governo locale e nazionale in carica, consente a tutti i partiti di esultare per ragioni diverse (tradizione elettorale italiana), e favorisce ancora una volta il conservatorismo piuttosto che il riformismo.
Tant'è.