Esteri
Trent’anni da Maastricht: cosa ha detto Mattarella
Di Giorgio Guerra
Il Capo dello Stato in visita in Olanda in occasione del trentesimo anniversario dalla firma del trattato di Maastricht ha tracciato la rotta sulle prossime sfide che l’Unione europea dovrà affrontare. Un edificio quello europeo che urge di manutenzioni: «nessuno potrebbe sorprendersi di fronte all’affermazione che l’Unione Europea non è perfetta», sottolinea Mattarella. Quello all’House of Government di Maastricht è un discorso programmatico, l’indirizzo da seguire è tracciato su quattro dimensioni fondamentali: l’adesione ai valori comuni, la garanzia della nostra sicurezza e della stabilità del Continente, il ripensamento della politica energetica, il completamento dell’Unione Europea con i processi di adesione.
Adesione ai valori comuni
Mattarella invita ad «approfondire la comune adesione ai valori e ai principi che ci ispirano, incentrati e incardinati in un sistema giuridico coerente, fondato sullo Stato di diritto». Una comunità di diritto che deve essere «assistita dal principio di primazia della normativa comunemente decisa in sede europea su quelle nazionali, in un dialogo strutturato e costante tra la Corte di Giustizia e le Corti degli Stati Membri per una tutela giurisprudenziale uniforme, a garanzia di cittadini e imprese, da Atene a Dublino, da Helsinki a Lisbona».
Garanzia sicurezza europea e della stabilità del Continente
È il tema della sicurezza e della difesa quello a cui il Presidente della Repubblica dedica maggior spazio invitando a «identificare obiettivi comuni di politica estera e di difesa che rendano concreta la prospettiva di un’autonomia strategica dell’Unione Europea». Mattarella ricorda con rammarico il Consiglio Europeo di Helsinki del 1999: «aveva già deciso di dotarsi di una forza militare a livello di Corpo d’Armata (50-60.000 unità), quale strumento a disposizione per gestire le crisi, a supporto della Politica estera e di sicurezza comune». L’autonomia strategica è considerata infatti la «base necessaria di quella sovranità comune» necessaria per la difesa di valori come pace, democrazia, solidarietà, «tanto più oggi, di fronte alla grave crisi di sicurezza che l’Europa sta attraversando». Requisito necessario per garantire stabilità e prosperità all’Unione è la prosperità del nostro vicinato meridionale, l’interdipendenza «esistente tra le due sponde del Mediterraneo rende urgenti gli investimenti in termini di attenzione politica verso la Sponda Sud».
La risposta sfida migratoria – tema rovente degli ultimi giorni – «avrà successo soltanto se sorretta dai criteri di solidarietà all’interno dell’Unione e di coesione nella risposta esterna e da una politica lungimirante nei confronti della regione africana». Tra pochi decenni, sottolinea l’inquilino del Quirinale «il rapporto di popolazione tra Africa e Unione Europea sarà di quattro a uno e i Paesi di quel Continente». Si tratta di paesi dotati di una «grande quantità di materie prime di immenso valore, una volta sviluppata un’adeguata capacità organizzativa, rivestiranno peso e influenza nella comunità internazionale», il loro «atteggiamento nei confronti dell’Unione sarà corrispondente al grado di solidarietà che oggi viene riservata a loro e ai loro migranti». È necessario quindi «lavorare affinché i principi di coordinamento e di responsabilità condivisa tra Stati Membri guidino la risposta comune a un fenomeno determinante per le nostre stesse prospettive di crescita». L’auspicio è quello di raggiungere anche tra i membri dell’Unione intese efficaci e rispettose dei diritti di ciascuno»
Ripensamento della politica energetica
Mattarella sebbene reputi positivi i progressi compiuti nelle ultime settimane «a cominciare dalla decisione di definire un tetto al prezzo del gas, cosa che ha già contribuito alla discesa dei prezzi dell’energia» ritiene necessario «ripensare la politica energetica dell’Unione» stimolando «la ricerca di nuove fonti e di nuovi approvvigionamenti in linea con i nostri valori, con i nostri interessi, con le scelte già compiute nell’ambito del Green Deal e con i nostri obiettivi di politica estera».
Completamento dell’Unione Europea con i processi di adesione
L’Unione europea, secondo Mattarella «è stata una formidabile piattaforma che ha diffuso stabilità e valori intorno a sé, realizzando il principio di non avere nemici alle proprie frontiere». Invita quindi a dare «continuità e credibilità alla politica di cooperazione», al fine di «completare il disegno di allargamento dell’Unione – dall’Ucraina ai Balcani occidentali, cui abbiamo promesso l’adesione nel lontano 2003 – lasceremmo vuoti destinati a essere colmati da altri attori, espressione di valori e interessi diversi dai nostri». Un investimento considerato geo-strategico «i cui vantaggi sono infinitamente superiori ai grandi svantaggi prodotti da un’Unione chiusa in se stessa, incapace di contribuire a definire obiettivi globali e di creare intese con i vicini».