Il settimo sigillo. Ovvero la settima proroga della scadenza del bando per le offerte per Alitalia che sfuma nel nulla. A un giorno dalla scadenza la notizia è il disimpegno di Atlantia, che magicamente non è più interessata al consorzio con FS, il MEF e Delta Airlines. Almeno per ora. Perché Atlantia ha fatto sapere di aver bisogno di altro tempo. Sarebbe l'ottava proroga, e forse val la pena di ricordare che ogni giorno che passa Alitalia perde (leggi ci costa) oltre 700mila euro. "Un'altra proroga al buio non è concepibile", fanno sapere i Commissari. Ma allora che fare?
La messa in liquidazione, dunque, è dietro l'angolo. In un momento politico assai delicato come quello della Legge di Bilancio. Questo perché Atlantia, con FS, nei piani sarebbe stata la capofila della newco. La nuova Alitalia si compra con circa 1 miliardo di euro, e anche Lufthansa ha valutato l'ingresso, ridimensionato a partnership commerciale una volta letto in dettaglio il dossier. Il grande assente, dunque, è un partner realmente industriale, che garantirebbe alla nuova Alitalia una prospettiva non solo di breve-medio periodo.
Il retropensiero corre subito alla paventata revoca delle concessioni per Autostrade (controllata di Atlantia). Sulla quale aveva messo uno stop lo stesso Premier Conte, rinviando di fatto la questione a quando saranno terminati i processi legati al crollo del Ponte Morandi. Ma questo è solo un brutto pensiero. Rimangono le condizioni davvero preoccupanti di Alitalia come azienda. Ingolfata da un numero di addetti spaventoso rispetto ai competitor, con un parco velivoli non così all'avanguardia e seri problemi di management dei costi di gestione.
La mossa di Atlantia potrebbe essere un punto di non ritorno. E l'Alitalia in liquidazione un'opportunità per molti player alla finestra.