Lavoro
Settimana corta, nel Regno Unito funziona. Parola degli addetti
Di Giampiero Cinelli
Lavorare meno. Lavorare tutti. Lo slogan dei rivoluzionari degli anni ?70 è rimasto chimera. Ma almeno si prova a lavorare meno. A parità di stipendio. Nel Regno Unito, anche se non da pionieri, il progetto va avanti da giugno e riscuote successo. Facendo scaturire voglia di imitazioni. 73 le aziende che hanno aderito all’esperimento della settimana corta.
Samantha Losey, amministratrice delegata della Unity, società londinese di pubbliche relazioni, ha spiegato a CNN Business che la paura principale fosse che la riduzione del 20% dell’orario lavorativo potesse portare un calo della produzione. Dopo un’iniziale esitazione del suo team, i dirigenti hanno accettato il nuovo modello e c’è molta fiducia nel fatto che verrà mantenuto, anche dopo novembre quando il progetto pilota scadrà.
Sempre secondo la CNN, alcuni lavoratori hanno affermato di sentirsi più felici, più sani e maggiormente produttivi. Tra loro Lisa Gilbert, responsabile dei servizi di prestito presso una charity bank nel sud-ovest dell’Inghilterra, che ha descritto la sua nuova routine come «fenomenale». Spiegando: «Posso davvero godermi il weekend adesso, perché durante il venerdì mi dedico alle faccende personali. O se voglio solo portare mia madre a fare una passeggiata, posso farlo senza sentirmi in colpa».
E i risultati aziendali? Anche quelli sono rimasti negli standard. I clienti della Losey affermano di essere contenti, i dipendenti di essere più creativi e reattivi. E da quando Unity ha aderito al programma, Losey ha affermato di non aver mai avuto così tante candidature.
Ma l’inizio non è stato in realtà facilissimo. Spesso si creavano vuoti per i clienti che non trovavano personale disponibile per le riunioni. Poi pian piano è arrivato l’assestamento, riducendo la durata delle riunioni, limitando il numero di mail e le distrazioni. Il livello di concentrazione è aumentato considerevolmente e i risultati positivi hanno aumentato l’autostima. Certe testimonianze riaccendono le rivendicazioni del mondo del lavoro, dove però in Italia si fa fatica a dare il via a esperimenti, anche se spesso se ne parla. Soprattutto da parte dei decisori politici.