Economia
Credito su stima, il 97% dei beni in pegno torna ai proprietari
Di Massimo Gentile
Una delle forme più veloci per ottenere un credito non nasce grazie a innovazioni dirompenti come internet e blockchain, bensì ha origini antichissime che risalgono al medioevo e precisamente al ‘400 a opera dei Francescani. Si tratta dei Monti di Pietà, sorti per concedere prestiti a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato. Con un obiettivo preciso: erogare finanziamenti di limitata entità per offrire sostegno alle comunità locali e facilitarne lo sviluppo, liberando chi aveva bisogno di liquidità dalle maglie dell’usura che già a quel tempo affliggeva la società.
Secondo le ricostruzioni storiche il primo Monte di Pietà, inteso come struttura e tipologia analoghe a quelle che lo identificheranno nel tempo, fu istituito nel 1462 a Perugia, seguito rapidamente da quelli di Foligno, Gubbio, Orvieto e Terni per poi diffondersi negli anni anche nel resto d’Italia. A raccogliere il testimone di questa tradizione è Affide, azienda leader nel campo del credito su stima in Italia che proprio a Perugia ha ancora oggi una delle sue 41 filiali. La società vuole essere protagonista anche nell’era digitale e lo sottolinea con il lancio della sua App per smartphone. Andreas Wedenig, Direttore Generale di Affide, spiega a The Watcher Post perché questa attività ha tutte le carte in regola per essere protagonista del credito oggi e in futuro.
Dott. Wedenig, chiariamo per prima cosa il significato dell’espressione “credito su stima” che campeggia sotto il logo di Affide: di che si tratta?
«È una soluzione di finanziamento che definirei “smart” per le sue caratteristiche di semplicità, trasparenza, sicurezza e velocità. Il cliente presenta in filiale un oggetto prezioso e un esperto stabilisce l’entità del credito da poter accordare in base alla stima del suo valore. Per ricevere un credito bastano circa 20 minuti e non è necessaria alcuna valutazione del merito creditizio del cliente. Il gioiello, unica garanzia richiesta, rimane di proprietà del cliente, custodito al sicuro nei nostri caveau fino al riscatto».
Il Monte di Pietà ha una tradizione antica sei secoli. Come riesce ad essere tra i protagonisti del credito ancora oggi?
«Immagini di dover far fronte ad un imprevisto, come un guasto in casa o all’auto, o parlando di problemi forse ancora più attuali, una bolletta del gas o dell’energia elettrica più alta del solito. Prima o poi capita a tutti. Cosa fare, dunque? La risposta è nei nostri cassetti: gli italiani hanno dei piccoli tesori in casa, come gioielli e orologi che non usano quasi mai o che a volte non ricordano di avere. Oggetti di valore che, se necessario, possono permetterci di ottenere un credito immediato senza andare incontro a una svendita patrimoniale, semplicemente mettendoli a garanzia di un prestito da ripagare appena superata l’esigenza del momento. Parliamo quindi di una modalità di finanziamento con caratteristiche perfettamente in linea con le abitudini dei consumatori di oggi».
Oggi siamo in una fase caratterizzata dal credit crunch delle banche e dall’inflazione molto elevata. Perché affidarsi al credito su stima?
«Perché tramite le altre forme di crediti personali sta diventando sempre più difficile ottenere un prestito in modo rapido e semplice, anche se si tratta di chiedere piccoli importi da restituire nel giro di qualche mese. Il credito su stima per sua natura consente invece di incontrare perfettamente le esigenze di chi ha un bisogno temporaneo di liquidità. È una forma di finanziamento per ottimisti che credono nel loro futuro: non a caso il 97% dei beni in pegno tornano nelle mani dei proprietari. Se il credito non viene restituito, il cliente non viene segnalato alla centrale dei rischi. In tal caso l’oggetto va all’asta per essere venduto al miglior prezzo, a vantaggio del proprietario del bene che potrà incassare l’eventuale sopravanzo».
Eppure nell’immaginario collettivo il pegno è sempre legato a situazioni di difficoltà e riuscire ad abbattere questo preconcetto è una sfida complessa. Come riuscirci?
«È evidente che la letteratura e il cinema hanno dato un’immagine diversa dalla realtà. La nostra clientela è invece molto trasversale perché il credito su pegno è una forma di finanziamento molto facile e inclusiva, senza limiti minimi di valore per i beni dati in pegno. Le persone si rivolgono a noi per i motivi più diversi e a volte risultano anche ingegnose: ad esempio, c’è chi impegna un prezioso in attesa di ricevere la tredicesima per comprare i regali di Natale, o chi prima delle vacanze porta in pegno i gioielli solo per metterli al sicuro nei nostri caveau e poi li riscatta al ritorno. Il tasso rappresenta, in sostanza, il pagamento del servizio di custodia».
Con la pandemia c’è stata in generale una forte digitalizzazione. Cosa state facendo per riequilibrare questa spinta verso l’innovazione di un settore storico come il vostro?
«Anche se la nostra è un’attività rimasta fedele alla sua tradizione, dimostriamo concretamente la nostra capacità di abbracciare il cambiamento adottando soluzioni al passo coi tempi che accrescono l’accessibilità, l’efficienza e la qualità complessiva del servizio. Ciò significa soprattutto investire nell’innovazione tecnologica e nella digitalizzazione. Proprio per questo motivo, abbiamo lanciato nei mesi scorsi un’App per smartphone che consente anche di digitalizzare il rinnovo della polizza: oggi è già possibile farlo in tutta sicurezza senza recarsi in filiale, semplicemente pagando online gli interessi. È un progetto in cui crediamo molto che amplia la gamma di soluzioni a disposizione dei nostri clienti e proseguirà nei prossimi mesi con il rilascio di nuovi aggiornamenti che introdurranno altre funzionalità per rendere i servizi di Affide sempre più flessibili e interattivi».