Salute

Svante Paabo archeologo del genoma. Dall’Egitto al Nobel

03
Ottobre 2022
Di Giampiero Cinelli

Svante Paabo, studioso svedese, ha vinto il nobel per la medicina grazie ai suoi studi sul genoma degli ominidi. Direttore dell’istituto Max Planck per la biologia evoluzionistica di Lipsia, si è spesso raccontato come un archeologo. Convinto che Scavando si può capire come eravamo e che l’opera di un genetista non è dissimile da quella di uno scienziato alla ricerca delle origini della specie umana. Molti ignorano il legame profondo dell’umano con le zone dell’Africa. Paabo lo sostiene fermamente, ma forse non se ne sarebbe reso conto così chiaramente se non avesse soggiornato in Egitto tempo fa. Dopo aver trascorso una vacanza in Egitto con sua madre da giovane, era rimasto affascinato da questo Paese e si era iscritto in Egittologia all’Università di Uppsala, in Svezia. Ma in realtà, di cose da riesumare ce n’erano ormai poche. La sua sete di indagine profonda non era soddisfatta, ecco perché, deluso, decise di studiare medicina, per poi cominciare un dottorato di immunologia molecolare.

Tuttavia l’istinto dell’archeologo gli servirà. Comincia a pensare all’utilità di estrarre materiale genetico dalle mummie. In pochi lo fanno. E spesso si confondono i resti degli egizi con quello di vecchi antropologi. Allora sceglie di lavorarci lui stesso. A Berkeley negli Stati Uniti. Studiando dell’antichità anche campioni animali tra cui specie estinte quali il Lupo marsupiale della Tasmania e il Moa, un uccello gigante senza ali. Trasferitosi poi a Monaco si concentrerà per anni sulla replicazione del Dna, ma il ritrovamento del primitivo Otzi sulle Alpi italiane gli fa capire che l’indagine sul genoma umano deve continuare.

«Una delle grandi scoperte in questo campo, negli ultimi 20 anni, è che gli uomini moderni sono venuti relativamente recentemente dall’Africa – spiega il professore -. Benché ci siano molto meno abitanti in Africa che fuori, se guardiamo alle variazioni nelle sequenze di DNA degli esseri umani, ci accorgiamo che la maggior parte delle variazioni esiste in Africa, mentre tutti fuori dall’Africa si presentano con solo una sotto-parte di queste variazioni. Sembra che negli ultimi 100 000 anni, un gruppo di africani abbia lasciato l’Africa e colonizzato il resto del mondo. Insomma, per questo motivo mi piace dire che, dal punto di vista della genomica molecolare, siamo tutti africani. se non viviamo in Africa, l’abbiamo lasciata poco fa», ha dichiarato in una conferenza all’Embl. Quelle popolazioni mossero poi verso il medio-oriente e l’Eurasia, mescolando il loro genoma. Le intuizioni di Paabo, coadiuvate dall’uso di tecniche informatiche, gli hanno permesso di andare sempre più a fondo nella matrice della biologia umana. E gli studi sull’m-Rna sono stati utili anche per lo sviluppo dei vaccini. Il nobel dunque è frutto di un percorso chiaro e su cui ha contato non poco una componente ispiratoria.