Non sappiamo ancora come andranno queste elezioni europee e che impatto (eventuale) avranno sul governo italiano. In compenso però sappiamo quali sono i dossier aperti e quali sono le attività e i provvedimenti che dovranno sicuramente essere affrontati dopo il 26 maggio.
Partiamo dall’attività parlamentare: entrambi i rami nel Parlamento sono impegnati con l’esame di due provvedimenti importanti e, allo stesso tempo, urgenti. Si tratta del cd. Decreto Sblocca cantieri e del cd. Decreto Crescita, che rispettivamente si trovano al Senato e alla Camera per la conversione in legge. Il primo è un provvedimento tutto rivolto a riscrivere alcune norme del codice appalti, al fine di snellire, velocizzare e rendere più trasparenti le gare pubbliche in Italia. Il secondo invece è una mini legge di bilancio, travestita da decreto-legge. Le misure infatti affrontano in maniera eterogenea varie tematiche che vanno dalla fiscalità delle imprese al made in Italy. Entrambi i provvedimenti devono essere convertiti entro metà e fine giugno dal Parlamento; dunque appare fondamentale che il Governo prosegua nel suo operato anche dopo il voto di domenica, pena la mancata conversione in legge delle norme.
Altro dossier aperto è quello relativo ad altri due decreti, che però non sono ancora stati formalmente approvati dal Consiglio dei Ministri, ma che negli ultimi giorni hanno dominato il dibattito politico, soprattutto nel botta e risposta tra i due vicepremier Di Maio e Salvini. Si tratta del cd. Decreto Sicurezza-bis e del cd. Decreto per la famiglia, il primo targato Lega, il secondo M5S. In merito al primo decreto, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avrebbe espresso delle riserve e al momento si starebbe procedendo a delle modifiche al fine non rischiare l’incostituzionalità del provvedimento. In merito al secondo, invece, ci sarebbero problemi di coperture finanziarie. Infatti, da quanto si apprende, il Ministro Tria si sarebbe sostanzialmente espresso contrario al provvedimento in quanto mancherebbero le risorse economiche per sostenere misure volte ad agevolare i nuclei familiari. I due provvedimenti, come si diceva, attendono ancora il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri e la sensazione è che costituiranno il primo terreno di scontro utile a partire da lunedì 27 maggio.
Infine, rimane sempre sospesa la questione autonomie. Seppur gli accordi con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna siano stati chiusi da tempo, è anche vero le tre Regioni attendono che vi sia finalmente un’azione da parte del Governo che dia attuazione alle intese. Tuttavia, anche in questo caso ci sarebbero perplessità da parte del Ministero dell’Economia sui costi. Alla luce quindi di questo breve e non esaustivo quadro dell’attività governativa e legislativa sembrerebbe quasi naturale la fluida prosecuzione del Governo Conte senza particolari terremoti. Sembrerebbe. La notte tra il 26 e il 27 forse riusciremo a capire più.
Fabiana Nacci