UberEats allarga ulteriormente i suoi orizzonti. A 18 mesi dal lancio globale, con l'espansione brasiliana di Rio de Janeiro e Belo Horizonte, supera il traguardo di 100 città nel mondo. Una crescita costante quella registrata dall'app californiana che permette la consegna di cibi a casa. Attiva anche in Italia, in particolare a Milano dallo scorso novembre, negli ultimi sei mesi ha raddoppiato la propria presenza da 56 città (inizio 2017) a oltre 100 città.
Secondo i dati raccolti nei 18 mesi di operatività, in 18 Paesi su 27 in cui il servizio di delivery è attivo, "le persone preferiscono esplorare cucine diverse da quella nazionale. Di parere diverso invece Brasile, Colombia, Hong Kong, India, Giappone, Messico, Taiwan, Thailandia e Stati Uniti, che preferiscono non rinunciare alle tradizioni di casa, anche in tema di cibo. Un orgoglio nazionale, quello brasiliano, che ha conquistato anche il resto del mondo. In 12 Paesi al di fuori del Brasile sono state infatti siglate partnership con oltre 800 ristoranti brasiliani tra cui Italia, Francia, Messico, Spagna, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Australia". "Da un lato – scrive ancora la società – l'attaccamento alla tradizione, dall'altra la voglia di lasciarsi conquistare da nuovi sapori e cucine, come accade in Italia, Francia e Spagna dove, per esempio, la cucina americana (hamburger) è al primo posto per ordini. Gusti totalmente opposti invece in Belgio e Polonia, dove le persone si lasciano conquistare soprattutto dalla cucina asiatica. E se gli negli Emirati Arabi Uniti chi ordina opta soprattutto per cucine healthy, la tradizione italiana conquista quasi la metà dei Paesi (13 su 27) in cui UberEats è attivo, aggiudicandosi un posto fisso nella Top 5 delle cucine più ordinate in India, Australia, Stati Uniti, Sud Africa, Russia e Svezia".