Politica

Le osservazioni di Mattarella al Decreto Sicurezza-bis

09
Agosto 2019
Di Redazione

 

Nella giornata ieri, giovedì 8 agosto, mentre si consumava la crisi di governo, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha promulgato la legge recante “Disposizioni urgenti in materia di ordine e di sicurezza pubblica”, cioè il testo del decreto sicurezza-bis convertito in legge. Il Presidente però ha tenuto anche ad esprimere ai Presidenti di Camera e Senato alcune considerazioni, inviando loro una lettera. Il testo, pubblicato in formato integrale sul sito della Presidenza della Repubblica, vengono evidenziati due profili che “suscitano rilevanti perplessità”. 

Il primo è relativo alla sanzione pecuniaria da comminare in caso di violazione di divieto di ingresso nelle acque territoriali. A tal riguardo il Presidente Mattarella, al fine di far notare la sproporzione della sanzione, afferma: “Per effetto di un emendamento, nel caso di violazione del divieto di ingresso nelle acque territoriali – per motivi di ordine e sicurezza pubblica o per violazione alle norme sull’immigrazione – la sanzione amministrativa pecuniaria applicabile è stata aumentata di 15 volte nel minimo e di 20 volte nel massimo, determinato in un milione di euro, mentre la sanzione amministrativa della confisca obbligatoria della nave non risulta più subordinata alla reiterazione della condotta.”  Inoltre non è stato introdotto un criterio che distingua la tipologia di navi, la condotta concretamente posta in essere e le ragioni della presenza delle persone trasportate. Secondo il Presidente: “Non appare ragionevole – ai fini della sicurezza dei nostri cittadini e della certezza del diritto – fare a meno di queste indicazioni e affidare alla discrezionalità di un atto amministrativo la valutazione di un comportamento che conduce a sanzioni di tale gravità.” Sempre a tal proposito, Mattarella ricorda la Convezione di Montego Bay che, all’art. 1, prevede che “ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batta la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio e i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo”.

Il secondo rilievo è relativo alla previsione normativa che modifica il codice penale “rendendo inapplicabile la causa di non punibilità per la “particolare tenuità del fatto” alle ipotesi di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e oltraggio a pubblico ufficiale “quando il reato è commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni”. Secondo il Presidente, tale formulazione riguarda un numero molto ampio di funzionali pubblici, statali, regionali, provinciali, comunali e soggetti privati che svolgono funzioni pubbliche. In più, “Questa scelta legislativa” – sempre secondo le parole di Mattarella – “ impedisce al giudice di valutare la concreta offensività delle condotte poste in essere, il che, specialmente per l’ipotesi di oltraggio a pubblico ufficiale, solleva dubbi sulla sua conformità al nostro ordinamento e sulla sua ragionevolezza nel perseguire in termini così rigorosi condotte di scarsa rilevanza e che, come ricordato, possono riguardare una casistica assai ampia e tale da non generare “allarme sociale”.

E ha aggiunto: “In ogni caso, una volta stabilito, da parte del Parlamento, di introdurre singole limitazioni alla portata generale della tenuità della condotta, non sembra ragionevole che questo non avvenga anche per l’oltraggio a magistrato in udienza (di cui all’articolo 343 del codice penale): anche questo è un reato “commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni” ma la formulazione della norma approvata dal Parlamento lo esclude dalla innovazione introdotta, mantenendo in questo caso l’esimente della tenuità del fatto.” Incisiva la conclusione del messaggio del Presidente: “rimettendo alla valutazione del Parlamento e del Governo l'individuazione dei modi e dei tempi di un intervento normativo sulla disciplina in questione”.

 

Fabiana Nacci

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