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Matone (Lega): «Rivedere il sistema per riconoscere lo status di rifugiato in Italia»

16
Settembre 2022
Di Massimo Gentile

Simonetta Matone conosce molto bene il problema della sicurezza e più volte lo ha collegato al sistema giustizia. Oggi la ex magistrata è candidata alla Camera nel collegio uninominale di Roma e in un’intervista al The Watcher Post ha ribadito il concetto: «Le statistiche della Corte di Appello di Roma fanno riflettere: su mille domande di riconoscimento dello status di rifugiato ben 950 vengono rigettate in primo grado. Molti sono destinati alla clandestinità e per sopravvivere commettono dei crimini, compromettendo la sicurezza dei centri urbani. Questo sistema deve essere assolutamente corretto». E ha rivendicato una maggiore cooperazione sulla sicurezza e sull’immigrazione a livello europeo: «Siamo stati abbandonati dall’Europa, il nuovo governo su questo tema dovrà ribaltare il tavolo, serve maggiore cooperazione».

VIOLENZA DI GENERE, NON SERVONO NUOVE NORME
«Deve cambiare la cultura dei magistrati che lavorano sulla violenza di genere. Non devono essere sottovalutate le denunce. Non servono nuove norme, servono magistrati coraggiosi che applichino le norme già esistenti», ha aggiunto Simonetta Matone. «I femminicidi sono in aumento, serve un cambio radicale della cultura e della sensibilizzazione di cittadini, magistrati e forze dell’ordine. È un lavoro molto difficile ma deve essere fatto», ha concluso.

REDDITO DI CITTADINANZA, NON ABOLIRLO, MA RISCRIVERLO
«La lega non si oppone al reddito di cittadinanza, va lasciato inalterato per chi è impossibilitato a trovare un lavoro. Ma per gli altri deve essere utile ad avviare le persone verso sbocchi lavorativi» ha spiegato Simonetta Matone. «Per questo deve essere riscritto – ha concluso – perché finora ha fallito. È un istituto utile ma attualmente non forma per il lavoro». (Segui il nostro Speciale elezioni).