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Spese militari, Mulè: «Dobbiamo onorare gli impegni e tutelare i nostri confini»
Di Massimo Gentile
Di spese militari adesso si parla meno. Ma la situazione internazionale richiede la necessità di non abbassare la guardia. Il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, candidato nel Collegio Sicilia 1 (Palermo e Bagheria), lo ha ripetuto con chiarezza: «Aumentare le spese militari, portandole al 2% del Pil, non significa dotarci di armi di distruzione di massa, ma procurarci quegli strumenti di difesa che servono per tutelare i nostri confini».
SPESE MILITARI
«Il 2% del Pil non è una soglia da raggiungere il prossimo anno, ma entro il 2028 – ha detto oggi Giorgio Mulè, intervistato da The Watcher Post -. Attualmente siamo intorno all’1,47% del Pil, che equivale a 24 miliardi di euro. Arriveremo, compatibilmente alle condizioni economiche, a poco più di 30 miliardi di euro. E non per dotarci di armi di distruzione di massa, bensì di strumenti di difesa utili a preservare i nostri confini e a stare tranquilli».
IL PONTE SULLO STRETTO
«Il ponte sullo stretto è un progetto che Forza Italia vuole inserire nel programma di governo. Prevede la possibilità di creare 118mila posti di lavoro con un indotto da 7 mld di euro, la Sicilia diventerebbe un porto di ingresso di tutte le merci che vanno verso i grandi porti del nord Europa. Sarebbe una grande infrastruttura realizzabile in 10 anni per il rilancio dell’economia della Sicilia e dell’Italia intera», ha concluso Giorgio Mulè. (Segui il nostro Speciale elezioni).