Il rischio di “sconnessione” (intesa come sconnessione dalla realtà) di alcuni politici non dovrebbe essere più materia di sorpresa, ormai. Una sconnessione resa evidente dal comportamento di politici e media. Solo nel weekend, abbiamo visto una candidata di centrosinistra chiedere ai suoi followers se, con i frutti di mare, sia preferibile la pasta corta o quella lunga; oppure una candidata di centrodestra mettere in concorso le foto da stampare per i suoi manifesti. Peccati veniali, si dirà: eppure manifestano – forse – uno scarso contatto con il “mood” di tanti elettori.
Ma anche all’estero non scherzano: il presidente francese Emmanuel Macron, dopo aver trascorso le ferie estive nel gioiello presidenziale di Fort Bregancon in Costa Azzurra, è tornato e ha proclamato la “fine dell’abbondanza”, c’è da immaginare riferendosi a quella altrui.
Insomma, la sensazione è che (spesso in buona fede: il che è una sorta di aggravante) alcuni protagonisti della politica e delle istituzioni abbiano perso il senso della realtà, e non si rendano conto di come le loro parole possano essere percepite da un’opinione pubblica incazzata, impaurita, impoverita.
Ma non solo i politici. Anche i media non scherzano. Chi abbia seguito i giornali e le tv italiane nella settimana che abbiamo alle spalle ha assistito a un curioso fenomeno di schizofrenia: a inizio settimana, nel raccontare l’intervento di Mario Draghi al Meeting di Rimini, quotidiani e media audiovisivi – musicalmente parlando – hanno usato i violini, descrivendo un’”Italia che ce la farà”, indossando gli occhiali rosa, prospettando certo alcune difficoltà ma pure non trascurando mai una vena fortemente ottimistica. Improvvisamente, dal giorno dopo, si è passati dai violini e dalla musica da camera alla parte più drammatica del Requiem di Verdi, un Dies Irae che annuncia il giorno del giudizio. Toni cupi, tremendismo, l’apocalisse in arrivo. E cos’è successo? Intorno al 27 agosto (ma guarda…) i nostri media hanno “scoperto” il problema delle bollette, sommato a quello del caro vita, della pompa di benzina, del carrello della spesa. Come se anche molti giornalisti e commentatori fossero vissuti, fino a poche ore prima, in un’altra galassia.
Un suggerimento per tutti: politici e media. Essere troppo concentrati sull’agenda del palazzo, sulle tempeste della “bolla” politica e mediatica, rischia di far perdere di vista ciò che gli italiani non possono permettersi il lusso di dimenticare in nessun mese dell’anno: il bilancio familiare e la difficoltà di farlo quadrare. Chiunque (politico o comunicatore) dimentichi anche solo per un istante questa evidenza rischia di finire in fuorigioco. E non solo di non essere ascoltato: ma di suscitare irritazione e rabbia.