Cultura

Giornata Mondiale della Gioventù, intervista con Scoppola Presidente AGESCI

12
Agosto 2022
Di Alessandro Cozza

La sua storia negli scout inizia da giovanissimo nella parrocchia del Preziosissimo Sangue di Roma, per crescere piano piano fino alla nomina, lo scorso 2 giugno, a Presidente nazionale dell’AGESCI insieme a Roberta Vincini (nell’AGESCI le cariche sono sempre ricoperte da una figura maschile e una femminile). Francesco Scoppola – che a 21 anni è stato nominato capo, a 31 Incaricato nazionale nel settore Pace Non Violenza e Solidarietà e dal 2015 al 2021 Responsabile AGESCI Lazio – è laureato in Giurisprudenza con un master in Istituzioni Parlamentari e Storia Costituzionale e dottorato di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni Politiche comparato. Oggi, dopo esser stato assistente parlamentare di David Sassoli, è Capo del Cerimoniale della Regione Lazio. L’intervista con il Presidente Scoppola per comprendere quale sarà la strada che segnerà il suo mandato e i prossimi impegni dell’AGESCI.

Francesco, da lupetto all’età di 9 anni a Presidente Nazionale dell’AGESCI a 41. Ci racconti il tuo percorso di crescita dentro gli scout e qual è l’aspetto per cui ti sei prima innamorato e poi legato a vita a questa grande famiglia?
«Un percorso di crescita costante che dura sin da bambino. Basterebbe pensare che tale esperienza nasce quando avevo 9 anni ed ha attraversato tutte le fasi della mia vita senza mai nessuna interruzione. Una fotografia non solo temporale, ma qualitativamente significativa. Se dovessi utilizzare una sola cosa di cui mi sono innamorato da subito penserei alla cura della relazione. Una relazione sana, sincera, con i capi, tra ragazzi, con le famiglie. La relazione come cemento e come elemento imprescindibile a tutti i livelli ed in tutte le articolazioni. Poi ci sono tante altre cose, ma se mi dovessi soffermare su una, eccola!».

Nella tua vita ci sono state tante storie e avventure che però hanno sempre avuto un denominatore comune, l’impegno per il bene comune. Da sempre cresciuto a Roma dove vivi tutt’ora, hai costruito un impegno professionale nella pubblica amministrazione provinciale prima e regionale poi. In mezzo un’esperienza importante, quella di assistente parlamentare di uno scout d’eccezione, David Sassoli. Cosa del mondo scout hai portato nella tua vita professionale e viceversa? E quanto quell’esperienza con Sassoli ha contribuito alla tua crescita?
«Nel mondo professionale ho portato il mio essere scout: la capacità pratica di approccio ai problemi, la potenza del dialogo con tutti, la costruzione di ponti per arrivare a delle sintesi equilibrate, l’imparare dai propri errori e soprattutto il rispetto e la crescita nei luoghi che abitiamo. Tanti aspetti, tessere di un grande mosaico, che lo scautismo ha contribuito a mettere insieme rendendomi la persona che sono ora. Non posso dimenticare la figura di David Sassoli e con lui il grande insegnamento lasciatomi: la curiosità che lo animava ed il rifiuto di ogni conformismo. Mi ripeteva di non sedermi mai perché il senso vero della politica era sfidare l’impossibile».

Nei giorni immediatamente dopo la tua elezione hai parlato del vostro compito: essere “sentinelle di positività”. Come si da sostanza e concretezza a questa missione nella vita di tutti i giorni?
«Si prova a dare concretezza a questo impegnandosi ogni giorno nei contesti che abitiamo. Lo scout è abituato, in un’ottica puramente politica, a vivere il proprio territorio e a partire da lì in una prospettiva di miglioramento. Ha senso parlare di pace, legalità, giustizia a tutti i livelli ed è importante, ma la costruzione di ciò e di un mondo migliore passa dai luoghi in cui viviamo e dal nostro “piccolo”».

180mila soci e l’orizzonte dei 50 anni dell’Associazione da festeggiare nel 2024. Oltre ad avere l’onere di far crescere l’Associazione giorno dopo giorno e l’onore di celebrarne una ricorrenza così importante, quali saranno i prossimi obiettivi e i temi su cui si concentrerà il nuovo Consiglio?
«I grandi obiettivi sui cui lavoreremo saranno quelli legati alle nostre strategie nazionali di intervento che sono “Immergersi nel Creato”, “Crescere cittadini attivi” e “Curare relazioni autentiche”. Tre titoli che possono sembrare semplici e di facile realizzazione ed invece rappresentano l’orizzonte strategico della nostra associazione sino al 2025. Educare alla cittadinanza attiva per quanto detto prima, prendersi cura del creato amandolo e custodendolo per come ogni giorno ci ricorda Papa Francesco ed ancora sviluppare relazioni autentiche “ponendo al centro l’ascolto, con particolare attenzione al diritto dei ragazzi ad essere ascoltati, la comunicazione e la capacità di accogliere l’altro nella sua diversità e unicità”».

Oggi ricorre la Giornata mondiale della Gioventù la cui celebrazione, a causa della pandemia da Covid19, è stata prorogata al 2023. Quale ruolo avranno i giovani in AGESCI nei prossimi anni?
«I giovani non devono avere un ruolo nell’AGESCI. I giovani sono l’AGESCI e lo dico senza retorica perché la nostra è un’associazione educativa giovanile basata sul protagonismo dei bambini e dei ragazzi. Si tratta del nostro cuore, della nostra missione, della nostra ragione. Il tema vero è fare in modo che il metodo scout, basato sull’ “imparare facendo” e sulla costruzione del protagonismo, sia centrale e che quindi che i ragazzi possano far proprio nei vari contesti d’impegno sociale e politico».

Siamo in piena campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. Cosa significa scelta politica per uno scout?
«Il nostro patto associativo ci ricorda che “La scelta di azione politica è impegno irrinunciabile che ci qualifica in quanto cittadini, inseriti in un contesto sociale che richiede una partecipazione attiva e responsabile alla gestione del bene comune”. Scelta politica significa impegnarsi, rimboccarsi le maniche, migliorare il proprio territorio, spendersi in prima persona e soprattutto non dimenticare mai il bene comune come prospettiva e obiettivo verso il quale tendere tutti e insieme».

Infine, toglici una curiosità. Marito, padre di due figli, capo del Cerimoniale della Regione Lazio e ora anche questo nuovo incarico che ti porta a viaggiare per tutto il Paese. Hai già fatto richiesta per usufruire del dono dell’ubiquità o si trova il modo di fare tutto quanto?
«La domanda è simpatica e coglie un punto fondamentale: l’esercizio ad incastrare i vari pezzi che ognuno compie nella propria vita. Diciamo che avere una moglie santa e paziente agevola tutto!».

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